In questa parash? gli abitanti della terra provano ad avvicinarsi a Dio costruendo una grande torre materiale. Ignorando l?impossibilit? di poter superare la distanza fisica tra la creatura ed il Creatore, fanno ricorso all?altezza materiale per potersi avvicinare a Dio: ?Costruiamo una citt? e una torre la cui sommit? giunga al cielo e saremo famosi perch? non saremo dispersi sopra la faccia della terra.? L?ingenuit? della proposta diventa palese nell?ironica reazione del Creatore: ?Scendiamo e confondiamo le lingue perch? non possano pi? intendersi in questo modo.? Dio sembra sorridere di fronte alla pretesa umana di arrivare in cielo attraverso una scala materiale.
Questo episodio si ? ripetuto in maniera costante nel corso della storia. Una infinit? di uomini, con modalit? le pi? diverse, ha cercato una gloria trascendente dal materiale, attraverso il potere terreno. Abbiamo cercato senza alcun limite la soddisfazione personale esercitando il potere su altri uomini, ricorrendo a immagini e a discorsi di apoteosi, trionfalistici ed escatologici. E tristemente, ci? accade anche ai nostri giorni.
L?obbiettivo che si pongono i costruttori della Torre di Babele sembrava essere totalmente positivo: essi volevano essere uniti, non disperdersi, avvicinarsi al Creatore, raggiungere allo stesso tempo una elevazione spirituale, collettiva ed individuale. Nonostante l?obbiettivo avesse un carattere solo apparentemente positivo, esso fu attuato sulla terra per decisione dello stesso Creatore. Secondo quanto espresso da molti esegeti biblici, il paradosso consiste nel fatto che una torre, un edificio materiale, tende ad essere motivo di separazione e di situazioni conflittuali tra le persone, anzich? essere motivo di unificazione attorno ad un progetto spirituale.