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?Contrariamente a quanto si possa pensare, l’unica mitzv? esplicitamente comandata per Rosh HaShan? ? quella della Tekiat Shofar, del suono dello Shofar, il resto sono usi e minhaghim.
Il nome con il quale la Tor? chiama la festa di Rosh HaShan? ? Yom Teru?, non Rosh HaShan? e nemmeno il Giorno dello Shofar, bens? Yom Teru? che ? proprio uno dei suoni dello Shofar.?
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Il settimo mese, il primo giorno del mese terrete una sacra adunanza; non farete alcun lavoro servile; sar? per voi il giorno dell’acclamazione con la teru? Deuteronomio 29, 1.
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Nella Tor?, quindi, si menziona Rosh HaShan? con il nome di Yom Teru?, Giorno della Teru?, mentre nelle preghiere del Machazor viene chiamato? Yom Hazikkaron, Giorno del Ricordo.
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Rosh HaShan? viene quindi a riportare alla mente ci? che ? dimenticato per questo ? un YOM HAZIKKARON, UN GIORNO DI RICORDO. La maggior parte di noi vive immersa e legata al presente con tutto il peso delle nostre esigenze quotidiane ed immediate. Dimentichiamo spesso il nostro passato ed evitiamo di occuparci del nostro futuro. Per questo motivo esiste il suono dello Shofar la cui prima espressione ? la Teki?: un suono limpido e continuo. Ci insegna la necessit? di una continuit? nella nostra vita. La vita di un uomo si esprime nel legame tra passato, presente e futuro. Un uomo che non pensa al futuro, che non ha aspirazioni, sogni e programmi e che vive tutto il tempo immerso nel passato ? un uomo senza percorsi di vita reale. Yom HaZikkaron rappresenta il legame tra passato e futuro, tra l’esigenza di ricordare e non dimenticare le origini della nostra vita e le nostre aspirazioni ebraiche come non ebraiche.
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I suoni dello Shofar sono tutti segni interrogativi. Chiedono all’uomo: Cosa sei? Come sei? Dice Rambam in Hilch?t Teshuv? 3,3 che il suono dello shofar ci dice : ? Svegliatevi fate un esame delle vostre azioni, fate teshuv? e ricordatevi del vostro Creatore.?
?E la risposte a queste domande sono ?l’essenza del significato di Rosh HaShan?: il giorno nel quale rivediamo quello che abbiamo fatto e ?progettiamo dove vorremo arrivare.
La vita di ogni persona non ? mai caratterizzata da omogeneit? di realt? e momenti: ci ?possono esistere momenti orizzontali e momenti verticali, periodi pi? facili di altri.
I suoni dello shofar possono anche rappresentare acusticamente questi momenti diversi.
La Tekia, una voce chiara, forte, ferma, senza esitamenti e pause…
La Teru? e gli shevarim sono invece totalmente differenti, sono un insieme di suoni spezzati, corti, divisi…proprio come un pianto o un lamento: la voce dello shofar riflette la vita.
Rosh HaShana rappresenta la verit? della realt? del mondo e ci invita a trasformare questa realt? e la nostra stessa vita ebraica in una teki? ghedol?, in una completa armonia.
Ci si potrebbe chiedere: ” Che tipo di mitzv? ? lo Shofar? Lishmoa kol shofar, di ascoltare la voce dello Shofar?? Praticamente una mitzv? passiva: noi ascoltiamo ed un altro suona.
In realt? ? esattamente il contrario: ascoltare lo shofar ? una mitzv? attiva.
E’ un atto positivo quando il Rambam scrive: ?Uru Yeshenim Mitardematechem…Svegliatevi dormienti dal vostro sonno? Intende dire che lo shofar ? come una sveglia per la persona.
Dobbiamo ascoltare il suono dello shofar al di l? delle grida e dei rumori esterni, dobbiamo connettere la nostra anima alla voce dello Shofar.
Perch? in realt? il valore dello Shofar non ? solo quello di essere un suono.
Siamo, durante il suono dello Shofar nel mese di Elul, di fronte ad un gesto arcaico ed antico che accompagna le preghiere delle Selichot, le richieste di perdono e nell?uso spagnolo e portoghese troviamo lo stesso richiamo:
? Uomo perch? dormi? Alzati e urla i tuoi tachanunim! Spargi i tuoi lamenti, Implora il tuo perdono dal Re dei re.?? (Il tuo appello, le tue preghiere di perdono).
Le Selich?t hanno pi? o meno una struttura concettuale che ? questa:
- Selichah (?????) ?? Perdono. Noi chiediamo perdono…
- Chatanu (?????) ?? Noi abbiamo peccato, testo che si dice da Rosh HaShan?, ma dipende dagli usi. E comunque si recita fino a Yom Kippur.? Alla fine si recitano i Tredici Atributi di Dio e poi il vidui, la confessione dei peccati, ripetendo il motivo che. “????? ????? ??? ??? ??????”,? Abbiamo peccato nostra Rocca, perdonaci nostro Creatore
- Techinah (?????) ? Ebraico per richiesta, petizione.Questa selich? in genere appare alla fine del servizio delle Selich?t.
Secondo una maniera schematica simile possiamo tracciare dei punti per arrivare ad una teshuv?, pentimento e ritorno, consapevole:
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- Abbandonare il peccato, ????? ????
- Rimpianto del passato, ???? ?? ????
- Buoni propositi per il futuro, ???? ?? ?????
- Confessione, ?????
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La confessione dei propri errori, che in realt? ? una ammissione di colpa contro la fuga dalle proprie responsabilit?, aIl viddui, ha un posto necessario? di? consapevolezza ed ha un posto importante anche nella tefill? pubblica.
E? in ordine alfabetico ed ? al plurale:? una volta gli studenti di Rabbi Itzhak di Vork chesero: perch? il viddui di Yom Kippur ? secondo l?alfabeto? Rispose il Rav: ? Altrimenti non si saprebbe quando si deve finire di confessare, perch? i peccati non hanno fine, ma l?alfabeto s?!?
Per l?ebraismo il viddui tocca punti? profondi dell?animo umano che non fugge dalla responsabilit? per azioni che non erano da commettere.
Dobbiamo ascoltare la nostra anima ed arrivare? al secondo passo spirituale e psicologico della nostra teshuv?: la riflessione sui nostri giorni passati.
Camminando da Elul a Rosh HaShana? al suono dello Shofar, all?ascolto dello Shofar, giungiamo a Yom Kippur. Un passo ed una riflessione alla volta.
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