Un commovente legame tra Shavei Israel e “Ride for the Living”

Un commovente legame tra Shavei Israel e “Ride for the Living”

L’annuale Festival della Cultura Ebraica a Cracovia, ha ospitato tanti eventi belli e importanti, volendo trasmettere gli autentici successi culturali della comunit? locale e condividerli con un pubblico pi? ampio. Tra questi, vi ? il Ride for the Living – una corsa di 120 km in bicicletta, da Auschwitz fino a Cracovia.

Quest’anno, l’emissario di Shavei Israel a Cracovia, Rav Avi Baumol ha partecipato nella corsa assieme a tre dei suoi figli, inviandoci foto e impressioni.

“La Corsa ? stata spettacolare, anche se ero l? solo per la cerimonia d’apertura”, ha ammesso Rav Baumol. “Mio figlio, un soldato dell’esercito israeliano, ha corso con la sua uniforme e cos? ho potuto parlare di cosa significhi avere un figlio che fa la corsa mentre difende il suo Stato. Lo abbiamo chiamato come il mio zio, morto assassinato. Accanto a me c’era anche Olga, che mi sta aiutando nel far rinascere la Cracovia ebraica, suo zio ? stato ucciso in combattimento. E’ stato molto simbolico.”

Photos courtesy: JCC Krakow

Il nostro emissario in Polonia parla del rischio di un incremento dell’antisemitismo

Il nostro emissario in Polonia parla del rischio di un incremento dell’antisemitismo

Il nostro emissario in Polonia, rav Yehoshua Ellis, rabbino di Katowice in Polonia, ha parlato con uno dei pi? importanti quotidiani israeliani, il Jerusalem Post sui rischi dell’incremento dell’antisemitismo ai giorni nostri. L’articolo si pu? leggere qui.

(La foto di Rav Ellis ? di Bozena Nitka)

E qui a seguire una tradizione dell’intervista di Mayaan Jaffe-Hoffman

“Vi ? un palpabile senso di antisemitismo in Polonia oggi, secondo uno dei suoi rabbini capo. Yehoshua Ellis, rabbino capo di Katowice, vive in Polonia dal 2010 come emissario di Shavei Israel. Si ? trasferito a Varsavia tre anni fa, dove ? anche capo della missione rabbinica per i cimiteri ebraici in Polonia e assistente rabbinico del rabbino capo della Polonia e di Varsavia, Michael Schudrich.

Da quando le tensioni sono aumentate tra Israele e Polonia una decina di giorni fa, la comunit? ebraica polacca si sente alienata.

<C’? un famoso detto che dice quando due elefanti lottano ? l’erba che ne soffre.> dice Ellis al Jerusalem Post. <Gli ebrei polacchi sono proprio l’erba in questo conflitto>.

Ellis ci spiega che molti polacchi confondono tra Israele ed ebrei. < C’? molta confusione nell’identificare un paese e un popolo. Abbiamo quindi notato un incremento di messaggi razzisti negli ultimi giorni. Questo potrebbe portare a gesti e azioni >.

Il 15 febbraio il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva detto ai media israeliani: “I polacchi hanno cooperato con i tedeschi durante la Shoah”. Anche se hai poi spiegato che non si riferisse a tutta la Polonia e tutti i cittadini polacchi, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha deciso di non partecipare al summit del gruppo Vysehrad dei capi di stato di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia. L’incontro si sarebbe dovuto tenere in Israele, ma dopo la rinuncia di tutto lo staff polacco l’incontro ? stato annullato.

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La Giornata della Memoria nel parlamento di Palma di Maiorca

La Giornata della Memoria nel parlamento di Palma di Maiorca

La scorsa settimana il mondo intero ha commemorato le vittime della Shoah, con la Giornata della Memoria designata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2005, sessant’anni dopo Auschwitz-Birkenau, il pi? grande campo nazista di concentramento, liberato dall’Armata Rossa. Le comunit? ebraiche in tutto il mondo hanno tenuto cerimonie commemorative, tra loro la comunit? Bnei Anusim di Palma di Maiorca.

Venerd? scorso, il capo della comunit? Miguel Segura, assieme ad altri membri, ha preso parte ad un evento organizzato dal Parlamento delle Baleari, durante il quale gli ospiti hanno onorato la memoria delle vittime dell’antisemitismo, assassinate durante la guerra. E’ interessante notare come lo stesso giorno, Miguel, nato nell’anno della vittoria, abbia anche celebrato il suo 74esimo compleanno.

 

Breve cronistoria dei principali eventi e peculiarit? storiche del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia

Breve cronistoria dei principali eventi e peculiarit? storiche del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia

Un interessante articolo di Simona Celiberti:

Ferramonti era una contrada paludosa e malarica del comune di Tarsia (provincia di Cosenza) sottoposta nella seconda met? degli anni ’30 ad opere di bonifica da parte della ditta Eugenio Parrini di Roma, un faccendiere molto vicino al regime fascista. Dovendo il governo fascista costruire dei campi di internamento per questi Ebrei stranieri e per tutti i cittadini di paesi nemici rimasti in Italia, Parrini fece in modo che la scelta della loro collocazione ricadesse nei suoi cantieri di bonifica in modo da utilizzare le strutture gi? presenti e ottenere il monopolio nello spaccio alimentare. Nacquero cos? i campi di Pisticci (MT), riservato soprattutto a oppositori politici italiani, e il campo di Ferramonti di Tarsia (CS), destinato ad Ebrei e cittadini stranieri nemici. Conseguentemente, il 4 giugno 1940, Eugenio Parrini si reca al Comune di Tarsia per reclamare un appezzamento di terreno demaniale attiguo al suo cantiere di bonifica di Ferramonti in modo da iniziare la costruzione del campo.

Il Campo di Ferramonti di Tarsia fu l?unico esempio di un vero campo di concentramento costruito dal governo fascista a seguito delle leggi razziali e rappresenta storicamente il pi? grande campo di internamento italiano. A partire dal giugno 1940 vi transitarono circa 3000 internati. Il Campo si estendeva su un?area di 16 ettari ed era composto da 92 baracche di varia dimensione, molte delle quali con la classica forma ad “U” e forniti di cucina, latrine e lavabi comuni.

Dal giugno 1940 la direzione del Campo fu affidata al Commissario di Pubblica Sicurezza Paolo Salvatore. Il Direttore era affiancato da un Maresciallo e da 10 agenti di P.S. Accanto a questi, vi era un reparto di camicie nere della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN) reclutate dai paesi limitrofi. Dal gennaio 1943 Salvatore, accusato di essere troppo tollerante con gli internati, fu sostituito per poche settimane da Leopoldo Pelosio e successivamente da Mario Fraticelli, anch’essi commissari di P.S. Per tutto il periodo di attivit? del Campo, il Maresciallo fu sempre Gaetano Marrari.

Dal 20 giugno 1940 il campo entr? in funzione con l?arrivo dei primi due gruppi di Ebrei stranieri: circa 460 uomini arrestati in varie citt? dell?Italia centro-settentrionale e costretti ai lavori forzati per costruire il resto del campo.

Nel settembre del 1940 arriv? a Ferramonti un gruppo di Ebrei profughi da vari paesi europei che si ritrov? bloccato a Bengasi (Libia), diventata territorio italiano, in attesa di un trasporto verso la Palestina. Si trattava di un gruppo eterogeneo di circa 300 Ebrei, fra cui anche diverse donne e bambini. La loro presenza provoc? il primo cambiamento sociale nel Campo con la presenza di intere famiglie. Read more

I Giorni della Memoria 2019 in Calabria

I Giorni della Memoria 2019 in Calabria

Shavei Israel sta iniziando una nuova collaborazione in Calabria, grazie anche al sostegno della Comunit? Ebraica di Napoli e di Roque Pugliese.

Molto probabilmente a febbraio, il nostro emissario Eitan Della Rocca si recher? nella regione cos? ricca di storia ebraica.

Qui un articolo di Simona Celiberti nel quale descrive le attivit? previste per i Giorni della Memoria in Calabria.

Storia, memoria, identit?, diritti umani nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia

Il prossimo 27 gennaio 2019 ricorre la commemorazione del Giorno della Memoria, formalmente istituita dallo Stato italiano con la legge 211 del 20 luglio 2000. La ricorrenza ha una portata internazionale ed ? celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata di commemorazione delle vittime dell?Olocausto. Il Comune di Tarsia, anche quest?anno, fa s? che il Giorno della Memoria sia utile per rendere la Memoria un elemento vivo: le lezioni del passato sono occasione di riflessione sulle contraddizioni e sulle speranze del nostro tempo. Solo ricordando quello che ? stato, guardando indietro per guardare avanti, possiamo salvaguardare il tenore della nostra vita democratica oggi.

Le iniziative, organizzate per il 2019 si svolgeranno non sono nel Campo di Internamente ma anche a Cosenza, a Rossano, sono state sviluppate dalla stretta sinergia tra il Sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, il Consigliere Delegato alla Cultura, Roberto Cannizzaro e i volontari della Memoria, hanno avuto inizio il 14 gennaio con la inaugurazione della mostra itinerante?? ?Viaggio nella Memoria ? Binario 21? a cura dell?I.I.S. ITE ?V. Cosentino? a Rende.

Il 23 gennaio, presso la Biblioteca Gustav Brenner del Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia, si terr? la presentazione del volume Foto e racconti; dal web al cartaceo; alchimie letterarie, a cura della Casa Editrice Brenner.

Il 25 gennaio, alle 9.30, nella Sala conferenze del Campo, grazie alla collaborazione con I Parchi Letterari?, si parler? di un ex internato, Ernst Bernhard, un ?maestro scomodo?, della sua opera di psicoterapeuta junghiano e fondatore della Associazione Italiana di Psicologia Analitica.? Ospiti della giornata, oltre il Sindaco di Tarsia e il Consigliere delegato alla cultura Comune di Tarsia, il Presidente de I Parchi Letterari?, Stanislao de Marsanich, Mario Ganz – Psicologo e psicoterapeuta Junghiano, studioso di Bernhard, Teresina Ciliberti ? Consulente letteraria del Comitato Dante Alighieri di Cosenza e del Museo della Memoria. Subito dopo, un videomessaggio da parte dell?Ambasciatore di Ferramonti per l?America Latina, Damian Dellaqueva, sul tema dei diritti umani e progettualit? culturale. Il momento pi? emozionante della giornata sar? certamente la presentazione del quadro ?Calabrische Elegie?, opera del Maestro Fingesten, donato da Riccardo Ehrman, ex internato del campo di Ferramonti di Tarsia, di cui un piccolo particolare ? riportato nella locandina di presentazione degli eventi. Read more

Tuo nonno ha salvato mio nonno

Tuo nonno ha salvato mio nonno

Un incontro casuale alla Marcia dei Vivi di quest’anno, mi ha toccato molto. Ho incontrato il figlio della persona che ha salvato la vita a mio nonno.

“Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Questa frase del Talmud ? molto citata e la prima parte rispecchia le mie emozioni dell’incontro alla Marcia dei Vivi a Cracovia.

La Mishna chiede come mai l’uomo viene creato da solo e non come parte di un gruppo. La risposta: “Per farci comprendere come una persona che cancella una sola anima agisca come se stesse distruggendo tutto il mondo; mentre la persona che salva anche solo una vita ? come salvasse il mondo intero.”

L’importanza ? tutta in quell’anima – anche una sola. Questo valore aveva per me particolare significato, ora come mai.

La 30esima Marcia dei Vivi di Cracovia anche quest’anno aveva riunito circa 15mila ebrei, nel cammino che va da Auschwitz a Birkenau. Quest’anno mia moglie Hadley era con me. Abbiamo condiviso la gioia delle comunit? e federazioni ebraiche, e con i giovani.? Read more

Un ponte tra Israele e Polonia

Un ponte tra Israele e Polonia

Da Israeliano che lavora in Polonia, mi sento abbattuto. Da un lato la nuova legge proposta dal governo crea molti fraintendimenti e pu? portare a conflitti; dall?altro lato l?aggressivit? di certi politici israeliani ha solo infuocato ulteriormente la discussione, creando un?ondata di antisemitismo, ulteriori pregiudizi e mancanza di unit?. Ogni parte ha le sue ragioni e quasi tutti hanno i loro estremisti che aggiungono legna al fuoco.

Qual ? la mia opinione in tutto questo? E? assurdo sostenere che i Polacchi abbiano creato i campi di sterminio, cos? come ? assurdo sostenere che mai nessun Polacco abbia ucciso un Ebreo durante la Shoah. E? un errore sostenere la ?complicit? nazionale polacca? quando il governo polacco era emigrato in Inghilterra, quando la Polonia era occupata dai Tedeschi, ma ? ugualmente terribile il tentativo di lavare la memoria storica e non fare i conti con il proprio passato.

Ancora qualche anno fa ero cos? orgoglioso del precedente Presidente della Repubblica di Polonia, che aveva detto: ?Anche noi siamo responsabili delle sofferenze degli Ebrei durante l?Olocausto?. Oggi invece vedo una orgogliosa necessit? dell?attuale presidente nell?incrementare il nazionalismo. Sono dispiaciuto della sua visione in cui si vuole acuire la paura verso quegli Ebrei che negli ultimi 25 anni hanno vissuto in Polonia sentendosi qui a casa.

Qual ? il nostro ruolo in questa voragine che si sta creando? Noi che ci siamo impegnati nella causa israeliana ma anche in quella ebraica su suolo polacco, cosa dobbiamo fare? Dovremmo ritiirarci nell?anonimato, come durante il regime comunista, quando si credeva che fosse meglio non farsi sentire? Dovremmo rialzarci e far sentire la nostra voce nel risolvere questo conflitto? Da rabbino che vive a Cracovia, dove si cerca di far rinascere lo spirito ebraico, trovo ispirazione nelle parole di Torah. Read more

Presente: Una scuola in Polonia fa teshuv

Presente: Una scuola in Polonia fa teshuv

Apfel Fredryka? Presente.

Bauman Jadwiga? Presente.

Bauman Irena? Presente.

Becker Sonia? (7 anni) Presente.

Binzer, Krystyna? (12 anni) Presente.

Blumenfeld Bronis?awa? (8 anni) Presente.

Presente?

roll-call

Sono seduto in una scuola e sto osservando l’appello di 87 alunni. Quando l’insegnante chiama un nome, un’altra giovane ragazza risponde – “presente” – Sono presente qui e pronta per la scuola. Ma le giovani ragazze non sono quelle che portavano questi nomi, e la differenza di tempo tra un appello e l’altro ? di 78 anni.

priest

L’evento si ? svolto nella scuola elementare “Adam Mickiewicz”, dal nome di uno dei pi? grandi poeti del romanticismo polacco. La direttrice, la signora Gabriela Olszowska ha rinvenuto gli archivi della fine degli anni ’30. Vi erano tutti i nomi, le date di nascita, gli indirizzi e nomi dei genitori. Ma vi era anche un gruppo di 87 ragazze di cui non si avevano pi? notizie. Solo una lunga linea rossa diagonale faceva intendere che fossero scomparse. La direttrice si ? quindi messa in contatto con Zvia Fried dello Yad Vashem e ha scoperto che nel 1939, subito dopo l’invasione nazista della Polonia, 87 ebree erano state cacciate dalla scuola.

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