Il libro di Vaikr?, terzo nell?ordine in cui ? divisa la Tor?, comincia insegnando i differenti tipi di sacrificio che dovevano essere offerti a Dio da parte di tutto il popolo di Israele.
All?inizio della nostra parash? ci imbattiamo in una espressione molto particolare che non ha nessuna analogia possibile nel resto della Tor?: ?E chiam? Mosh? e parl? l?Eterno dal Santuario dicendo: Parla ai figli di Israele e d? loro: ?Chiunque voglia fare una offerta all?Eterno, tra gli animali?prender? la sua offerta?. Dio ha parlato a Mosh? dal Santuario.
Generalmente la Tor? si esprime in questo modo: ?E parl? Dio a Mosh酔; questa ? l?unica occasione nella quale, nonostante l?infinita potenza della voce divina, ad ascoltare Dio c?era solo Mosh? e solamente quando entrava nel Santuario trasportabile del deserto.
Ma Dio parlava davvero solo con Mosh?? ci verrebbe da chiederci. O forse parlava solamente in un determinato spazio fisico? La concezione ebraica del divino tende a considerare che Dio ? presente in ogni tempo, in ogni luogo ed in ogni spazio cos? come in ogni elemento del creato. Avere un messaggio di Dio ? un qualcosa che dipende totalmente da colui che riceve, data la non mutabilit? del trasmettitore. Giustamente ? nel Santuario, solo in esso, che Mosh? era capace di ?sintonizzarsi? con l?Eterno, ponendo la sua ?antenna?, il suo decodificatore interno nel solco del linguaggio divino, ricevendo in modo diretto il messaggio del Creatore.
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