YOSEF E BRURIA: UN VIAGGIO DI RITORNO

YOSEF E BRURIA: UN VIAGGIO DI RITORNO

Shavei Israel ? felice di presentarti Yosef Mendez e Bruria Brito, del Venezuela, studenti del nostro Machon Miriam , istituto di conversione della lingua spagnola. Bruria e Yosef, sposati da quasi otto anni, stanno per sposarsi di nuovo – questa volta secondo la piena tradizione ebraica poich? avranno completato il loro viaggio verso l’ebraismo. Questa ? la loro storia:

?Sono Luis Mendez (Yosef) e mia moglie Francys (Bruria) Brito. Siamo venezuelani e abbiamo iniziato a studiare l’ebraismo in Venezuela in una comunit? sefardita. L? avevamo incontrato persone candidate alla conversione, insieme a persone ebree. 

?Abbiamo iniziato a studiare l’halacha (legge ebraica) e la parte della Torah della settimana fino a quando alla fine abbiamo deciso che volevamo anche noi far parte del popolo ebraico per scelta. Tuttavia, non ? stato cos? semplice. Ci sono stati anni di studio e preparazione mentre cercavamo l’opportunit? di completare la conversione.

?Nonostante gli ostacoli che abbiamo attraversato per pi? di 6 anni, abbiamo continuato senza fermarci poich? eravamo sicuri di ci? che volevamo come coppia. La Torah, le mitzvot (precetti) e Israele fanno parte della nostra vita giorno per giorno. 

In seguito abbiamo deciso di andare in Argentina per trovare una comunit? pi? solida poich? il Venezuela stava attraversando un processo che ostacolava la vita ebraica . In Argentina potevamo vivere in una comunit? ed essere riconosciuti mentre osservavamo, studiavamo e ci preparavamo a completare il processo di conversione. 

?Oggi.Siamo in Israele da un anno. In Argentina avevamo contattato Shavei Israel per aiutarci a completare il processo di conversione. Ora siamo infinitamente grati a Shavei Israel, che ? stato con noi in ogni fase del cammino. Nel processo di studio, dalle prime interviste, prima del Beit Din (tribunale di conversione) e quando finalmente abbiamo raggiunto il Beit Din. Per tutto il tempo ci siamo sentiti al sicuro e molto grati a Shavei Israel per tutto il supporto che ci hanno dato. Nominare ognuna delle cose per le quali siamo grati sarebbe impossibile elencare. 

?? rimasto solo un piccolo tassello da completare;?la mil? (circoncisione) e il giorno pi? atteso della nostra vita: il giorno in cui ci immergeremo in un mikv? ed emergeremo come ebrei a tutti gli effetti, e poi, a Dio piacendo, ci sposeremo in una cerimonia ebraica ?.

Il diritto al ritorno (parte 4)

Il diritto al ritorno (parte 4)

Un nuovo mondo

Il Messico ? divenuto la casa di molti Anusim, sbarcati sulle coste del Nuovo Mondo nella speranza di essere lontano dall’Inquisizione. Miriam, o come veniva chiamata prima, Cindy Montiel Tapuz, ? membro di una di queste famiglie. Solo due anni fa, all’et? di 42 anni, Miriam ? immigrata in Israele con il marito, un ex pastore, e con la figlia di 7 anni Leah. Da poco hanno concluso il loro processo ufficiale di conversione, ritornando all’ebraismo.

“Veniamo da una famiglia molto unita. Tanti altri si sono gi? convertiti all’ebraismo e da anni vivono in Israele”, ci racconta Miriam. La sua nonna materna si chiamava Salome, derivato dal nome Shlomit, e il suo cognome era Del Toro Valencia. Gli alberi genealogici dimostrano come questi nomi fossero diffusi tra gli Anusim. “Mia nonna ? arrivata in Messico dalla Spagna con i suoi genitori, nel 1912. Ha sposato mio nonno, Roberto Tapuz Mani, anche quest’ultimo ? un cognome associato agli Anusim. Insieme hanno cresciuto 11 figli.

“Casa di nonna non era decorata con statue o ritratti, cosa molto rara in Messico, dove le casa sono piene di immagini di santi. Ha cresciuto tutti i suoi figli nella fede in Dio. Quando avevo sette anni, nonna Salome ci ha insegnato a pregare, enfatizzando il fatto che ci fosse un solo Dio in cui credere. Tutte queste pratiche non avevano spiegazione.”

Quali altre strane pratiche la incuriosivano?

“A casa di mia nonna c’era una pentola speciale per i latticini. Tutti gli altri utensili da cucina erano pensati per la carne. Non avevamo mai sentito parlare di casherut. Sapevamo che non era la domenica il giorno di riposo, ma iniziava dal tramonto di venerd? sera. La nonna evitava anche di celebrare le feste religiose locali.”

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Il diritto al ritorno (parte 3)

Il diritto al ritorno (parte 3)

Continuiamo con l’intervista al presidente di Shavei Israel, Michael Freund:

E’ successo 500 anni fa, le persone iniziano a cercare le proprie origini ora?

“Negli ultimi 20 anni siamo stati testimoni di una grande crescita del numero dei discendenti di Anusim che vogliono tornare alle proprie radici. Lo vediamo dal Portogallo, alla Spagna fino al Brasile e Per?. Attraversa ogni strato sociale e socioeconomico.

Come pu? spiegare questo fenomeno?

“E’ difficile da spiegare in maniera razionale. Abarbanel, che ha vissuto in Spagna al tempio dell’espulsione ed era ministro delle finanze del Re di Spagna, descrive la cacciata degli ebrei nel suo commentario al libro del Deuteronomio e a quello di Isaia, e promette che alla fine gli Anusim torneranno al popolo di Israele. Dice che all’inizio sar? solo un ritorno nei cuori, perch? avranno paura di dichiararsi ebrei, ma arriver? un giorno in cui diranno: “Vogliamo tornare”. Credo che stiamo vivendo questi tempi. Le persone ci contattano di continuo parlando delle origini delle proprie famiglie.”

Ci sono degli usi che caratterizzano i discendenti degli Anusim?

“Molti ricordano delle nonne che il venerd? sera di nascosto accendevano candele e borbottavano qualcosa in una lingua incomprensibile. Un professore portoghese mi ha detto che da bambino i genitori gli proibivano di uscire la notte per contare le stelle, poich? era pericoloso. Gli Anusim contavano le stelle per sapere se Shabbat era gi? finito. A volte questo gli costava la cattura da parte dei tribunali dell’Inquisizione. Per questo le famiglie si comportavano in maniera cos? strana successivamente.

Qualche anno fa, ho conosciuto un diplomatico brasiliano in Israele. Mi ha raccontato come ci fossero tante famiglie di Anusim nel nord del suo paese. Queste usavano avere un tavolo con una mensola nascosta a capotavola, cos? che il capo famiglia potesse tirar fuori di l? un piatto con carne di maiale, se degli estranei fossero entrati all’improvviso in casa e metterlo al centro della tavola, affinch? nessuno li sospettasse di usi ebraici.

Dopo quella conversazione ho visitato il Brasile settentrionale, chiedendo all’amico di portarmi in un negozio di antiquari, dove con i miei occhi ho visto questo genere di tavole. Ancora oggi ci sono famiglie che non mangiano carne e latticini insieme. In alcuni luoghi, Purim o come lo chiamano loro “Santa Estherica Festival” ? diventato una festa centrale per gli Anusim. Sentono una vicinanza per la regina Esther, tenuta segregata nel palazzo di Ahashverosh. Durante la festa le donne digiunavano, accendevano candele in onore della fittizia santa e preparavano piatti casher con l’aiuto delle figlie.”

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I discendenti dei Chuetas celebrano il loro matrimonio ebraico, in Israele – per la prima volta in 500 anni!

I discendenti dei Chuetas celebrano il loro matrimonio ebraico, in Israele – per la prima volta in 500 anni!

La scorsa settimana, Shavei Israel ha partecipato con commozione al matrimonio di Antonio (Pinchas)?Pi?a Florit e Xisca (Iscah) Oliver Valls, ambedue discendenti dei Chuetas di Palma di Maiorca. L’evento ? stato unico nel suo genere, visto che in 500 anni non si ? mai svolta una cerimonia simile! Per pi? di 500 anni i Chuetas (discendenti dai primi abitanti ebrei dell’isola spagnola di Maiorca, convertiti forzatamente al cattolicesimo secoli fa) non avevano il diritto di sposarsi secondo le leggi ebraiche.

Pinchas ha seguito un viaggio spirituale verso l’ebraismo, attraverso una conversione ufficiale. Oggi ? uno chef di successo, famoso autore di diversi libri di cucina e maggiore esperto della speciale cucina di Maiorca. Assieme alla moglie, ? arrivato in Israele appositamente per stare sotto la chupp?, nel matrimonio celebrato dal nostro Rav Eliyahu Birnbaum, che ha anche organizzato un ricevimento per la coppia ad Efrat. Anche Rav Nissan Ben Abraham, ? gi? emissario di Shavei Israel a Palma, ha partecipato al grande evento e ha dato una benedizione alla coppia in catalano.

Auguriamo agli sposi un grande MAZAL TOV e, con grande piacere, condividiamo alcune foto e dei video del matrimonio.

Uno dei video mostra il momento pi? commovente di tutta la cerimonia, Pinchas che dedica una poesia in catalano a sua moglie.

Foto di Laura Ben-David

Il matrimonio si ? svolto in una yeshiv? vicino a Gerusalemme:

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Interessanti nuovi seminari presso il nostro Maani Center a Gerusalemme

Interessanti nuovi seminari presso il nostro Maani Center a Gerusalemme

Il “Maani Center” di Shavei Israel sta producendo ininterrottamente dei seminari coinvolgenti dedicati alle varie comunit? ebraiche?”perdute e nascoste” in tutto il mondo. Gli ultimi due sono stati dedicati ai Bnei Anusim (i cosiddetti marrani) che stanno riscoprendo le loro radici ebraiche, e agli ebrei nascosti della Polonia.

Il primo seminario ? stato tenuto da Esther Astruc, una nuova immigrata dagli Stati Uniti e discendente di Bnei Anusim, i cui antenati hanno nascosto la propria identit? per 500 anni. Ha condiviso la sua incredibile storia personale e uno degli ospiti ha scritto quanto segue:

Esther ha condiviso la sua incredibile storia, da ragazza cristiana del midwest a donna dalle radici ebraiche francesi e spagnole. La storia della sua famiglia attraverso i secoli ? stata affascinante. Come un detective ha scoperto segreti di famiglia durati centinaia di anni.”

Ecco alcune foto dei nostri incontri:

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Viaggio nella Napoli Ebraica ? Parte II

Viaggio nella Napoli Ebraica ? Parte II

Continuiamo il racconto sulla Napoli Ebraica, pubblicato da Ariel Borestein sul giornale israeliano Israel HaYom a questo link. ?Il precedente episodio tradotto in italiano, si trova sul nostro blog www.anousimitalia.shavei.org

Gli ebrei cattolici

La stessa cosa vale per la famiglia di Ciro, originario di una piccola cittadina vicino a Napoli: inspiegabilmente si evitava di andare in chiesa (a parte lo stretto necessario), vi erano strane tradizioni per evitare il consumo di certi cibi, e storie raccontate dalla nonna. Quando cap? di essere un discendente di ebrei, Ciro decise di convertirsi, per? ha sempre lamentato del modo in cui gli Anusim vengono trattati dalle comunit? ebraiche gi? organizzate. I sospetti verso di loro sono un deterrente, e secondo lui il popolo ebraico ha gi? perso un buon numero di potenziali ritorni. Ma le difficolt? non hanno spaventato Ciro D?Avino, che ha completato il suo processo nei primi anni ?80, quando pochi sapevano dei processi di ritorno dei discendenti dei ?marrani?. A seguito della sua conversione ha aggiunto al suo nome cos? tipicamente napoletano, quello ebraico ? Moses (Moshe).

Secondo Rav Pinhas Punturello, i Bnei Anusim arrivano quasi ogni giorno. ?E? una questione di post-modernit??, ci spiega, ?i tempi in cui viviamo ci portano verso una ricerca di identit?, le persone cercano le proprie radici, ma la vita moderna sta distruggendo qualsiasi forma di tradizione e eredit? in Italia. Possiamo essere anche testimoni quotidianamente delle esperienze dei discendenti dei ?marrani?. Read more

Cinque discendenti di ebrei cinesi si sono ufficialmente convertite all’ebraismo

Cinque discendenti di ebrei cinesi si sono ufficialmente convertite all’ebraismo

Cinque giovani cinesi, discendenti dell’antica comunit? ebraica di Kaifeng, in Cina, hanno completato il processo di conversione a Gerusalemme. Tutte nate e cresciute a Kaifeng, una citt? al centro della provincia di Hanan a sud-ovest di Pechino, discendenti di una comunit? ebraica che ha prosperato nella regione per pi? di mille anni.

Li Changjin, Li Jing, Gao Yichen, Yue Ting e Li Yuan hanno completato il loro processo di conversione con il supporto di Shavei Israel, organizzazione senza scopo di lucro che li ha accompagnati per i due anni del processo.

“I discendenti degli ebrei di Kaifeng sono il filo che collega la Cina e il popolo ebraico”, ha detto Michael Freund, presidente e fondatore di Shavei Israel. “Dopo secoli di assimilazione, un numero crescente di discendenti degli ebrei di Kaifeng ha iniziato a tornare alle proprie radici negli ultimi anni e a riappropriarsi della propria identit? ebraica”.

“Queste cinque giovani donne hanno deciso di unirsi al popolo ebraico, e siamo lieti e orgogliosi di contribuire alla realizzazione del loro sogno”, ha detto Freund, raccontando come negli ultimi anni l’organizzazione Shavei Israel abbia aiutato circa una dozzina di persone della comunit? ebraica cinese ad immigrare in Israele. Read more

I Ben? Anusim siciliani suscitano sempre pi? interesse nei media israeliani

I Ben? Anusim siciliani suscitano sempre pi? interesse nei media israeliani

Il lavoro che Shavei Israel sta svolgendo in Italia meridionale, grazie all’impegno del nostro emissario Rav Pinhas Punturello, ? sempre pi? rinomato in Israele.

Nelle scorse settimane, a seguito dell’annuncio dell’apertura a Palermo della prima sinagoga dopo 500 anni, i media israeliani hanno riportato la notizia e approfondito la questione.

Il popolare canale televisivo Nana10 ha trasmesso a questo link un bel documentario sulla Sicilia ebraica e sui Ben? Anousim che seguiamo nell’Isola. Rav Punturello ha guidato la troupe televisiva per la Palermo dalle radici ebraiche, in un video che ha commosso il pubblico israeliano.

Rav Punturello ha anche rilasciato un’intervista alla seguita Radio Ifat, parlando dell’importanza del suo lavoro con i Ben? Anousim?a questo link.

Siamo molto orgogliosi dei nostri traguardi e riconoscenti per il Vostro supporto.

 

 

 

Bentornata a casa Abigail: una portoghese riscopre il suo ebraismo

Bentornata a casa Abigail: una portoghese riscopre il suo ebraismo

Abigail (Marina) Erlich doveva presentarsi davanti alla corte rabbinica per la sua conversione formale, quando all’ultimo momento, ha rivelato a Rav Elisha Salas, emissario di Shavei Israel in Portogallo e sua guida durante i diversi anni di studio, che credeva di essere gi? ebrea.

“Ho sempre saputo nel mio cuore di essere ebrea, ma non ne avevo nessuna prova, e quindi non l’ho mai detto a nessuno”, ci racconta Abigail. Ma proprio prima della partenza ha condiviso la sua storia.

Quando era una bambina, sua nonna le disse di essere ebrea. Ma i genitori di Abigail erano dei comunisti convinti e non volevano avere niente a che fare con la religione. Abigail crebbe in una famiglia totalmente laica. “Ogni qualvolta il tema veniva fuori, i miei genitori facevano di tutto per sopprimere la loro identit?”, ci dice.

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