di Rav Pinhas Punturello
? E queste sono le leggi che tu porrai davanti a loro??Esodo 21,1.
La grande ed epica esperienza della rivelazione sul Sinai attraverso la promulgazione dei Dieci Comandamenti costituisce, paradossalmente, un pericolo per il popolo ebraico e per l?uomo di fede in genere.
Il pericolo risiede nel fatto che quel momento elevato pu? essere interpretato come onnicomprensivo di tutti gli obblighi religiosi e morali, in poche parole l?uomo di fede potrebbe pensare che nei Dieci Comandamenti ci sia tutto quello che serva per seguire un percorso religiosamente e moralmente valido.
La parash? di Mishpatim nega totalmente questa ipotesi e questo approccio e proponendoci i dettagli di un comportamento morale e pratico afferma con forza che per essere un uomo con una morale non basta osservare i Dieci Comandamenti, n? tantomeno questa pu? essere la totalit? degli obblighi religiosi dell?uomo ebreo. La Vav che collega le due parashot, quella congiunzione grammaticale, ? un segno di unione tra un giusto livello spirituale ed un corretto comportamento morale. Un comportamento che ha bisogno di rivolgersi ad un uomo libero e non schiavo. Se il popolo di Israele avesse ricevuto la Tor? prima dell?uscita dall?Egitto, questo avrebbe rovinato il progetto divino, per il quale lo scopo della Tor? coincide con quello della libert?. Lo scopo della libert? ?, infatti, quello di aiutare l?uomo a raggiungere un livello di moralit? in maniera autonoma. La Tor? non ? altro che una ricetta dell?Eterno, attraverso la quale, l?uomo raggiunge il proprio obbiettivo, diventando in questo modo degno della sua immagine e somiglianza di Dio.
La parashat di Mishpatim ci pone di fronte ad una serie di leggi collegate con la vita: tra l?uomo ed il suo prossimo, tra l?uomo e la societ?, tra l?uomo e Dio, cose che unite insieme sono la base della religione ebraica.