Parash? Ki Tavo – Il linguaggio dei simboli e i rituali ebraici

Parash? Ki Tavo – Il linguaggio dei simboli e i rituali ebraici

I segni costituiscono un linguaggio attraverso cui individui e culture traducono la realt? e le esperienze. Il sistema dei segni e dei simboli che appartiene ad una comunit? culturale ? il linguaggio che permette di collocare quanto all?interno di se stessa ed intorno a s? in una mappatura preesistente e che pu? essere mutata dal labirinto della vita.

La Tor? si occupa in questa parash? di stabilire i simboli che dovranno guidare l?interpretazione che il popolo di Israele dar? alle sue realt? e alle sue esperienze. La stessa vita dell?ebreo moderno ? basata sui simboli ereditati dalla Tor?, tradotti in ogni generazione nel segno referenziale della sua vita reale. In questo modo ogni parola ed ogni atto, ogni festivit? ed ogni suono sono partii di questo linguaggio peculiare che costituisce il subcosciente di tutti gli ebrei e al quale essi si richiamano di continuo.

La maggioranze degli ebrei del nostro tempo non approfondisce il significato o la ragion d?essere di molti dei propri rituali, per? ? il valore simbolico che essi conservano che sostiene la volont? di osservarli, evocando una tradizione lasciata dalle generazioni precedenti. Tutti i sentimenti umani si traducono in simboli, in un linguaggio che trasla (tale ? il significato del termine ?metafora?) ogni azione quotidiana ad un livello che trascende l?esperienza individuale e la connette con la vita millenaria di una nazione ed una cultura, fatta di lingue, rituali, aromi e colori. Read more

Parash? Ki Tavo – La gioia nel servire Dio

Parash? Ki Tavo – La gioia nel servire Dio

??E perch? non avrai servito all?Eterno, al tuo Dio, con gioia e di buon cuore in mezzo all?abbondanza d?ogni cosa, servirai ai tuoi nemici che l?Eterno mander? contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudit? e alla mancanza d?ogni cosa; ed essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finch? t?abbiano distrutto. ? ( Deuteronomio 28, 47-48)

Come ? difficile la comprensione e l?accettazione di questo versetto.

Cosa significa che il popolo ebraico sar? punito per non aver servito Dio con gioia e con cuore buono? In cosa consiste la colpa di non avvertire la gioia e di non utilizzare un cuore buono?

Insegna Rav Dessler, il Michtav MeEliahu, che noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio ( Genesi 1,27) e questa straordinaria esperienza di creazione ha impresso in noi, creature umane, la potenzialit? per vivere una vera e profonda gioia che richiama la gioia del Creatore, di Dio che avendoci creato ha espresso la pi? pura forma di amore, di chessed in ebraico.

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Parashat Ki Tavo – Onest? verso le proprie origini

Il senso profondo del proprio cammino e l?onest? verso le proprie origini permeano profondamente l?apertura della parash? di Ki Tavo.

La cerimonia dell?offerta delle primizie, bikkurim, che si portavano al Tempio e si consegnavano al cohen era accompagnata da una dichiarazione che era allo stesso tempo un preghiera di ringraziamento, un momento di onest? identitaria e la presa di coscienza dei propri limiti umani.

Deuteronomio 26, 4: ?Allora il sacerdote prender? il paniere dalle tue mani e lo deporr? davanti all’altare dell’Eterno, il tuo DIO; e tu rispondendo dirai davanti all’Eterno, il tuo DIO: “Mio padre era un Arameo sul punto di morire; egli scese in Egitto e vi dimor? come straniero con poca gente, e l? divent? una nazione grande, potente e numerosa. Ma gli Egiziani ci maltrattarono, ci oppressero e ci imposero una dura schiavit?. Allora gridammo all’Eterno, il DIO dei nostri padri, e l’Eterno ud? la nostra voce, vide la nostra afflizione, il nostro duro lavoro e la nostra oppressione. Cos? l’Eterno ci fece uscire dall’Egitto con potente mano e con braccio steso, con cose spaventose e con prodigi e segni; ci ha poi condotti in questo luogo e ci ha dato questo paese, paese dove scorre latte e miele. Ed ora, ecco, io ho portato le primizie dei frutti del suolo che tu, o Eterno, mi hai dato!”.

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