L’emissario di Shavei Israel tiene una lezione di legge ebraica presso l’Universit? di Cracovia

L’emissario di Shavei Israel tiene una lezione di legge ebraica presso l’Universit? di Cracovia

Gli studenti dell’Universit? Jagellonica di Cracovia hanno partecipato a una lectio speciale sulla Legge Ebraica, tenuta dall’emissario di Shavei Israel presso la citt? polacca. Rav Avi Baumol ha offerto agli studenti polacchi, in gran parte non ebrei, delle nozioni fondamentali sulle corti ebraiche, sul genere di legge che si trova nella Torah, e cosa ben importante – sulle leggi di Dio e le leggi degli uomini.

Erano presenti 83 persone.

Il luogo della lezione era particolarmente significante: prima della seconda guerra mondiale, il 31% degli studenti presso l’Universit? Jagellonica erano ebrei. Era la prima volta in cui Rav Baumol parlava in questo ateneo.

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Mesi pieni di eventi ebraici a Cracovia

Mesi pieni di eventi ebraici a Cracovia

La Corsa per i Vivi, della quale abbiamo parlato nell’articolo precedente, si ? svolta a giugno, e ha inaugurato due mesi importanti per la Comunit? Ebraica di Cracovia, culminata con l’annuale?Jewish Culture Festival?(Festival della Cultura Ebraica). L’evento durato due settimane – ora al suo 26esimo anno – raccoglie ogni anno circa 20mila persone – in gran parte polacchi non-ebrei, che vogliono sapere di pi? sulla storia ebraica in Polonia.

Il festival include musica (kletzmer e cantori), film e lezioni. Il JCC da solo ha organizzato 85 eventi in questo periodo. Rav Baumol ha tenuto una serie di lezioni sulla storia ebraica e le tradizioni, nell’ambito del Festival, chiamate “Hanno cercato di ucciderci, hanno fallito, mangiamo”. Rav Baumol ha tenuto anche alcune lezioni in polacco (“Va meglio”, ci dice).

La maggior parte delle persone che hanno partecipato non erano ebrei, aggiunge Rav Baumol. “Il fatto che cos? tante persone siano venute a studiare Torah da una rabbino, ? segno di una grande curiosit? e rispetto della generazione pi? giovane dei Cracoviensi verso l’ebraismo e il patrimonio ebraico”.

Il venerd? sera del Festival, 520 persone hanno celebrato lo Shabbat insieme – la pi? grande cena di Shabbat a Cracovia dalla II guerra mondiale. Ecco alcune foto.

Un altro evento ebraico popolare a Cracovia durante la primavera, ? “La notte delle Sinagoghe”. Tutti i sette shul di Cracovia sono aperti al pubblico a partire dalle 22.00. Migliaia di Cracoviensi si affollano nelle strade di Kazimierz – il vecchio quartiere ebraico – per imparare di pi? dall’antica storia ebraica della citt?.

“Cracovia ha infrastrutture pronte per circa 70mila ebrei”, dice Rav Baumol. “Vi sono shul e mikve e asili a cibo casher. Stiamo solo aspettando le persone”.

La Notte delle Sinagoghe inizia con una celebrazione dell’havdal?. E qui abbiamo una foto di Rav Baumol che inaugura la cerimonia.

L’Havdal? ? divenuta una dei segni distintivi di Rav Baumol a Cracovia. Viene spesso chiamato per parlare a gruppi di non-ebrei in visita a Cracovia. “La mia posizione non ? solo per ravvivare e sostenere la vita ebraica a Cracovia, ma fare anche da ambasciatore della storia e tradizione ebraica nel mondo”, ci spiega. Se dei gruppi arrivano nel fine settimana, Rav Baumol far? l’Havdal? per loro – ?a volte nel cortile del JCC e a volte sul tetto. Ecco alcune foto:

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Abbiamo anche altre foto – tutte eseguite da Paul Schneller – della vita ebraica di Cracovia. Le foto della preghiera sono state fatte alla sinagoga di Itzhak. Le foto di Rav Baumol con un paio di forbici sono di un upsherin, il tradizionale primo taglio di capelli di un bambino ebreo di tre anni.

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L’anno prossimo la Corsa per i Vivi si terr? il 30 giugno 2017, e si terr? nello stesso periodo del Festival della Cultura Ebraica di Cracovia. Prenotate i biglietti ora!

Cracovia corre per i Vivi e celebra la vita ebraica in Polonia

Cracovia corre per i Vivi e celebra la vita ebraica in Polonia

Nel 1945, quando i Nazisti furono sconfitti e la II guerra mondiale si concluse nella sua tragicit?, Marcel Zielinski (nella foto qui sotto ad Auschwitz), usc? dal campo di concentramento di?Auschwitz-Birkenau e cammin? fino alla sua citt? natale di Cracovia.

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Settantuno anni dopo, Zielinski ? ritornato ad Auschwitz, ma questa volta come uno dei 150 partecipanti della terza annuale?Corsa per i Vivi.

L’evento di beneficenza, fondato nel 2014 dal JCC di Cracovia (Centro Comunitario Ebraico di Cracovia) come versione ciclistica della nota?Marcia dei Vivi ?ad?Auschwitz, consiste in una pedalata di 8 ore, 55 miglia, attraverso la campagna polacca – dagli orrori dei nefasti campi fino alla vivace rinascita della vita ebraica della Cracovia di oggi.

L’emissario di Shavei Israel in Polonia, Rav Avi Baumol, ha accompagnato Zielinski nella corsa quest’anno. Essere l? insieme ? stato molto toccante, Rav Baumol racconta: “per me e per le 150 persone ? stato forte vedere la tenacit? e resistenza del popolo ebraico”.

La Corsa per i Vivi, ? stata ispirata da Robert Desmond, un ciclista di Londra che nel 2013 ha voluto segnare il “percorso di liberazione” della sua famiglia al contrario: da Londra fino alle spiagge del D-Day in Normandia, attraverso Parigi, fino in Germania e in Repubblica Ceca, terminando al campo di Auschwitz-Birkenau.

Dopo il viaggio di 1350 miglia in un mese (del quale ha scritto nel suo?blog), Desmond ? arrivato a Cracovia dove ha fatto amicizia subito con Rav Baumol. Desmond si ? innamorato di Cracovia e ha voluto dimostrare al mondo cosa stava succedendo in Polonia.

La Corsa per i Vivi ? stata un grande successo, quest’anno sono stati raccolti 200mila dollari per le attivit? del JCC. Rav Baumol ? il rabbino del JCC.

“Puoi spezzare le nostra ossa, distruggere le nostre comunit? e cercare di sradicare la nostra memoria, ma noi sopravviveremo a tutto questo, noi continueremo a costruire” ha detto Rav Baumol dopo l’ultima Corsa.

Paul Schneller?? un fotografo ebreo dei Paesi Bassi che sta scrivendo un libro sulla rinascita della vita ebraica a Cracovia. Ha fatto delle foto stupende della Corsa per i Vivi. Ecco qui una selezione:

I partecipanti alla Corsa hanno celebrato con una cena alla Sinagoga Itzhak di Cracovia. Ecco qui alcune foto:

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Elisa Schwartzman si racconta

Elisa Schwartzman si racconta

Da quando ero bambina sapevo di essere ebrea; sapevo anche di non potere mai rivelare la mia identit?.

E’ difficile credere che nel XXI secolo un ebreo debba ancora nascondere la propria ebraicit?, ma ? proprio quello che mi ? successo crescendo a?Dnepopetrovsk, in Ucraina negli ultimi 20 anni. S?, ufficialmente vi ? una vita ebraica in Ucraina, migliaia di ebrei frequentano la sinagoga e la comunit? nella mia citt? natale. Ma decine di migliaia ancora temono ripercussioni rivelando la mondo intero la loro identit?. Io sono una di queste persone, e solo dopo il mio trasferimento a Cracovia ho potuto rivelare il mio segreto. Questo sar? il felice finale che racconter? tra un po’.

I miei primi ricordi ebraici sono molto positivi. Mi sentivo speciale, ero orgogliosa. Avevo 6 anni e sentivo di fare parte di questo club esclusivo e volevo parlarne a tutti. E quindi il primo giorno di scuola, quando la maestra ci ha detto di dire qualcosa su di noi (ho un pony, mi piacciono i gelati, sono mancino?) io con un grande sorriso ho esclamato: SONO EBREA! La maestra impallid?, l’esercizio fin? l? e ci disse di rimetterci sui nostri quaderni.

Quella sera i genitori mi dissero di quanto fossero delusi dal ricevere una telefonata del direttore che si lamentava del mio cattivo comportamento. Non capii all’epoca, non capisco nemmeno adesso a 22 anni, ma seguii gli ordini di mio padre e non ne parlai mai pi? con gli amici.

Eliza con amici del JCC
Eliza con amici del JCC

Fino a quando non compii 14 anni e incontrai il mio primo amore. Si chiamava Dimitri ed eravamo innamorati. Ci divertivamo molto insieme. Ero convinta che Dimitri fosse l’amore della mia vita e quindi gli rivelai il mio segreto – sono ebrea. Sul momento Dimitri non ne fu colpito, fino a quando non parl? con i suoi genitori. Lo chiamai il giorno dopo, ma nessuno rispose. Infine andai a casa sua per parlargli – dove ero stata cos? tante volte – ?e gridai “cosa ? successo?”. La sua risposta mi da i brividi ancora oggi.

“Non parlarmi mai pi? Eliza, sei disgustosa, voi siete cattiva gente, vorrei che fossi morta”.

 

Ero totalmente confusa, non capivo pi? niente.

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“Ma su tutte eccelle la corona del buon nome”

di Rav Avi Baumol

Olga ? cresciuta in Polonia come cristiana senza nessuna connessione all’ebraismo, finch? non ? venuta a sapere delle sue radici ebraiche all’et? di 12 anni. Da quel momento Olga ha seguito la strada delle sue origini, trovando sostegno sociale, spirituale e fisico presso il Centro della Comunit? Ebraica di Cracovia. Da quando ci conosciamo, cio? da qualche anno, studia con me diverse volte alla settimana. La sua storia non ? niente di particolare in Polonia; nell’arco degli ultimi 25 anni, migliaia di giovani uomini e donne hanno trovato la loro strada e sono entrati nella comunit? ebraica di nuovo, aiutando a far rivivere la vita ebraica in Polonia.

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Le storie di queste persone non sono cos? facili: durante il comunismo in Polonia, l’antisemitismo ? entrato a fondo nella coscienza dei Polacchi e molti ebrei polacchi si sono promessi di non rivelare mai le loro radici tenendole nascoste anche davanti ai figli. Quando dopo molti anni la mamma di Olga ha deciso di raccontarle la verit?, ha detto cos?: “tua nonna era ebrea”. Non riusciva a dire: “Io sono ebrea, tu sei ebrea e tua nonna era ebrea”.

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La terza generazione dei sopravvissuti alla II guerra mondiale ? molto pi? aperta per parlare apertamente di quello che i loro genitori e nonni hanno nascosto. La zia di Olga per tutta la vita ha nascosto le sue origini ebraiche. E’ morta l’anno scorso. Non sono stato in grado di convincere la famiglia a seppellirla in un cimitero ebraico. Nessuno ancora non voleva identificarsi pubblicamente con gli Ebrei. Un’altra anima ? andata perduta.

Olga cambia il corso della storia, intraprendendo il suo viaggio qualche anno fa. Studia, osserva, fa volontariato, mette in cantiere diversi progetti, intraprende un dialogo tra ebrei e non-ebrei, educa gli studenti polacchi parlando loro dell’ebraismo (sono molto interessati a questa parte perduta di storia polacca). Olga cerca di “riavere” gli anni perduti vissuti nella mancanza di coscienza e nell’identit? nascosta.

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