Come si preparava la matz? per Pesach a Vysoki, in Russia

Come si preparava la matz? per Pesach a Vysoki, in Russia

La matz? ? parte fondamentale di ogni Seder. Ai giorni nostri si pu? acquistare in ogni angolo sperduto del mondo, mentre una volta non tutti si potevano permettere di comprarne in quantit? sufficiente per le feste. Cos?, per esempio, i Subbotnik in Russia la preparavano in casa.

Gli abitanti del villaggio ricordano quei giorni. Maria Leonovna Gridneva ci racconta di come sua madre Dina Isaevna se ne prendeva cura, con l’aiuto di speciali arnesi che venivano tenuti nascosti in un luogo segreto per il resto dell’anno.

Si trattava di: due grandi tavole, un pestello per la farina, due ciotole di diverse dimensioni, un bicchiere per misurare l’acqua e un secchio, specie di coltellini per fare i buchi nella matz?, due matterelli, un coltello per tagliare la matz? e una pala in legno per infornare.

Per preparare la matz? diverse famiglie lavoravano insieme per alcuni giorni. Visto che le famiglie erano numerose, bisognava prepararne grandi quantit?. Oggi gli abitanti di Vysoki si recano a Voronezh per comprare la matzah dalla comunit? ebraica locale. Per? si tengono ancora tutti gli strumenti in casa, per ricordo.

Anna Lazarevna Bocharnikova, che ha da poco fatto aliy?, ci parla dei suoi ricordi d’infanzia legati ai preparativi per Pesach tra i Subbotnik.

“Le donne preparavano la farina e gli uomini la battevano. L’acqua veniva portata dal pozzo, di notte e chiamata “acqua della notte”. Partecipavano anche i bambini, che stendevano l’impasto. Il forno lavorava dalla mattina alla sera. La pasta veniva stirata e schiacciata tra le due lunghe tavole. Si tagliava, si facevano i buchi e si infornava. C’era una donna accanto al forno, ma era cos? caldo che si faceva fatica a starci vicino. Si occupava anche di lavare il forno e togliere la cenere. La matzah veniva infornata per 5-7 minuti e usciva profumata e croccante.”

Tova Filchagova, a capo della comunit? di Vysoki, ci dice cosa rendeva la loro matz? cos? speciale: “Avevamo 18 minuti per tutto il processo, solo cos? sarebbe stata casher, cio? matzah schmur?. Si faceva molta attenzione alla conservazione della farina, i grani erano di prima scelta tenuti in luoghi asciutti.”

E qui le toccanti foto degli arnesi da loro usati.

I Bnei Anusim: la scoperta della storia ebraica in America Latina

I Bnei Anusim: la scoperta della storia ebraica in America Latina

Ecco qui la traduzione dell’articolo del presidente di Shavei Israel, Michael Freund, per la sua rubrica “Fundamentally Freund” nel Jerusalem Post.

“Negli ultimi anni, un numero sempre maggiore di Bnei Anusim (discendenti degli ebrei sefarditi forzatamente convertiti al cattolicesimo secoli fa) ha iniziato a fare ritorno al proprio Popolo. A questo si ? unito un numero crescente di speculazioni sul senso di questo fenomeno in America Latina.

Ma ora, grazie ai risultati di una nuova ricerca genetica, ogni dubbio ? stato spazzato via. In un articolo pubblicato il 19 dicembre in Nature Communcations, un team internazionale di genetisti ha rivelato delle scoperte genetiche che hanno risuonato come un tuono.

Dopo avere analizzato campioni di 6500 individui nati tra Brasile, Cile, Colombia, Messico e Per? e averli confrontati con altri 2300 campioni di persone da tutto il mondo, i rinomati scienziati hanno concluso che circa il 23% della popolazione in America Latina abbia discendenza ebraica. In poche parole, significa che ci sono decine di milioni di persone di origine ebraica in tutto l’emisfero sud-occidentale.

Queste non sono fantasie o speculazioni. E’ una prova del fatto che Israele e il Popolo Ebraico abbiano adesso una opportunit? unica di rimodellare le relazioni con il mondo che parla spagnolo e portoghese, tra questi il sempre maggiore numero di ispanici negli Stati Uniti.

Insomma, viene provato da questa ricerca che il gene ebraico sefardita ? ben pi? esteso di quanto si pensasse finora. Dimostra come un gran numero di “conversos” o “marrani” sia fuggito in America Latina. Read more

Parash? Shemot – Ci? che definisce una nazione

Parash? Shemot – Ci? che definisce una nazione

Il libro di Bereshit ci ha fatto conoscere una serie di storie individuali di uomini e donne prototipi, le cui vite hanno segnato per sempre la loro discendenza ed hanno avuto grande influenza su di essa. Il libro Shemot che comincia con la parash? che porta lo stesso nome, non si riferisce pi? a singoli individui ma introduce il concetto di popolo, di un gruppo di individui che condividono una stessa identit?.

?Allora sorse sull?Egitto un nuovo re??e disse al suo popolo: ?Ecco che il popolo dei figli d?Israele ? pi? numeroso e pi? forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti??. In questo punto, il termine ?popolo? riferito ad Israele, appare per la prima volta, nella bocca del Faraone. Prima ancora degli stessi ebrei, ? quindi un estraneo che riconosce l?identit? comune di tutta la discendenza di Yaakov, il suo carattere di popolo. I discendenti di Israele avevano sin dal principio una quantit? di elementi di coesione che offriva loro una comune identit?, per? ? in uno momento ben determinato della loro evoluzione che si pu? affermare la nascita di un ?popolo?: una identit? collettiva nuova, che raggruppa tutti gli individui, senza annullarli, essendo tale collettivit? qualcosa di distinto dalla loro somma.

Il popolo, per funzionare come tale, deve essere definito tanto all?esterno ? ovvero riconosciuto come tale dai suoi pari ? quanto al suo interno, rendendo partecipe ognuno dei suoi membri, coscientemente e senza alcuna crepa, della identit? collettiva.

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I discendenti dei Chuetas celebrano il loro matrimonio ebraico, in Israele – per la prima volta in 500 anni!

I discendenti dei Chuetas celebrano il loro matrimonio ebraico, in Israele – per la prima volta in 500 anni!

La scorsa settimana, Shavei Israel ha partecipato con commozione al matrimonio di Antonio (Pinchas)?Pi?a Florit e Xisca (Iscah) Oliver Valls, ambedue discendenti dei Chuetas di Palma di Maiorca. L’evento ? stato unico nel suo genere, visto che in 500 anni non si ? mai svolta una cerimonia simile! Per pi? di 500 anni i Chuetas (discendenti dai primi abitanti ebrei dell’isola spagnola di Maiorca, convertiti forzatamente al cattolicesimo secoli fa) non avevano il diritto di sposarsi secondo le leggi ebraiche.

Pinchas ha seguito un viaggio spirituale verso l’ebraismo, attraverso una conversione ufficiale. Oggi ? uno chef di successo, famoso autore di diversi libri di cucina e maggiore esperto della speciale cucina di Maiorca. Assieme alla moglie, ? arrivato in Israele appositamente per stare sotto la chupp?, nel matrimonio celebrato dal nostro Rav Eliyahu Birnbaum, che ha anche organizzato un ricevimento per la coppia ad Efrat. Anche Rav Nissan Ben Abraham, ? gi? emissario di Shavei Israel a Palma, ha partecipato al grande evento e ha dato una benedizione alla coppia in catalano.

Auguriamo agli sposi un grande MAZAL TOV e, con grande piacere, condividiamo alcune foto e dei video del matrimonio.

Uno dei video mostra il momento pi? commovente di tutta la cerimonia, Pinchas che dedica una poesia in catalano a sua moglie.

Foto di Laura Ben-David

Il matrimonio si ? svolto in una yeshiv? vicino a Gerusalemme:

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Genie Milgrom di Miami, Florida, ha ricevuto la Medaglia delle Quattro Sinagoghe Sefardite di Gerusalemme

Genie Milgrom di Miami, Florida, ha ricevuto la Medaglia delle Quattro Sinagoghe Sefardite di Gerusalemme

Genealogista, scrittrice, e promotrice del Patrimonio Ebraico nella Penisola Iberica, buona amica di Shavei Israel, Genie Milgrom, ? stata insignita della tanto ambita Medaglia delle Quattro Sinagoghe Sefardite di Gerusalemme.

E’ stata insignita dell’onorificenza la scorsa settimana a Zamora, in Spagna, dove ha fatto un discorso sulla diaspora dei suoi antenati, da Fermoselle, per l’appunto nella regione spagnola di Zamora.

Il Presidente del Consiglio delle Comunit? Sefardite di Spagna, Abraham Haim, ? volato da Gerusalemme per presentarle questo prestigioso premio. Le ? stato conferito visto il suo impegno decennale per la riscoperta delle radici ebraiche della sua famiglia cubana cattolica, andando indietro fino a 22 generazioni. Non solo ? stata in grado di ricostruire la sua genealogia usando metodi da lei stessa brevettati, ma ? riuscita anche a riscoprire la storia ebraica dell’intero villaggio di famiglia, e di molti altri sulle rive del fiume Duero, che separa la Spagna dal Portogallo. Read more

Viaggio nella Napoli Ebraica ? Parte II

Viaggio nella Napoli Ebraica ? Parte II

Continuiamo il racconto sulla Napoli Ebraica, pubblicato da Ariel Borestein sul giornale israeliano Israel HaYom a questo link. ?Il precedente episodio tradotto in italiano, si trova sul nostro blog www.anousimitalia.shavei.org

Gli ebrei cattolici

La stessa cosa vale per la famiglia di Ciro, originario di una piccola cittadina vicino a Napoli: inspiegabilmente si evitava di andare in chiesa (a parte lo stretto necessario), vi erano strane tradizioni per evitare il consumo di certi cibi, e storie raccontate dalla nonna. Quando cap? di essere un discendente di ebrei, Ciro decise di convertirsi, per? ha sempre lamentato del modo in cui gli Anusim vengono trattati dalle comunit? ebraiche gi? organizzate. I sospetti verso di loro sono un deterrente, e secondo lui il popolo ebraico ha gi? perso un buon numero di potenziali ritorni. Ma le difficolt? non hanno spaventato Ciro D?Avino, che ha completato il suo processo nei primi anni ?80, quando pochi sapevano dei processi di ritorno dei discendenti dei ?marrani?. A seguito della sua conversione ha aggiunto al suo nome cos? tipicamente napoletano, quello ebraico ? Moses (Moshe).

Secondo Rav Pinhas Punturello, i Bnei Anusim arrivano quasi ogni giorno. ?E? una questione di post-modernit??, ci spiega, ?i tempi in cui viviamo ci portano verso una ricerca di identit?, le persone cercano le proprie radici, ma la vita moderna sta distruggendo qualsiasi forma di tradizione e eredit? in Italia. Possiamo essere anche testimoni quotidianamente delle esperienze dei discendenti dei ?marrani?. Read more

Una televisione ebraica via internet – per la prima volta in Polonia

Una televisione ebraica via internet – per la prima volta in Polonia

Shalom.tv (szalom.tv?in polacco) ? la prima tv ebraica via internet in Polonia. Il canale trasmesso da Lodz – citt? dalla forte tradizione cinematografica – ? gestito da professionisti; persone della comunit? ebraica esperte in questioni ebraiche e cineasti con molti anni di esperienza alle spalle.

Lo scopo di szalom.tv ? di unire tutte le istituzioni ebraiche della Polonia. I materiali servono a creare un dialogo tra le varie realt? ebraiche. Si vuole creare cos? un senso di grande comunit?, ma anche trasmettere a tutti le ultime notizie.

I programmi, trasmessi su scala nazionale, verranno anche tradotti in inglese, per potere cos? coinvolgere il maggior numero di persone da tutto il mondo. Read more

Gli Ebrei per scelta di San Nicandro in Puglia

Gli Ebrei per scelta di San Nicandro in Puglia

Questo articolo di Itamar Eichner ? apparso nel giornale israeliano, molto letto, Ynet.

“Un remoto villaggio dell’Italia Meridionale contiene tra le sue mura una sinagoga piccola e unica nel suo genere,?virtualmente sotto controllo femminile. Tutto ? iniziato circa un secolo fa, quando il “profeta” Donato Manduzio si ? innamorato dell’ebraismo e ha riunito una comunit? di fedeli. Dopo che dozzine di residenti si sono convertite e hanno fatto?Aaliyah, sono rimaste solo le donne che hanno sposato gentili del luogo. Adesso, tutti insieme, celebrano lo Shabbat e le feste ebraiche, mangiano solo cibo kosher e studiano Torah. “Ogni?giorno, quando prego”, ci dice Grazia Sochi, “sogno di essere al Muro del Pianto a Gerusalemme”.?

La sezione femminile di questa sinagoga cos? originale, ? tre volte pi? ampia di quella maschile. Le donne della comunit? mantengono una florida vita ebraica nel cuore di un’area fortemente cattolica. Molti dei loro mariti sono cattolici e molti abitanti di San Nicandro non sono nemmeno considerati ebrei secondo la legge ebraica – ma questo non li scoraggia dal sentirsi degli orgogliosi ebrei.

La sinagoga si trova in un piccolo edificio acquistato nel 1994 dalle donne, molte delle quali si occupano di agricoltura, con i soldi che hanno raccolto tra loro, senza nessun aiuto esterno. “Dicevamo ai nostri mariti che un abito costava di pi? e cos? mettevamo insieme la differenza per comprare la sinagoga”, ci dice una con un sorriso furbesco.

Abbiamo visitato il villaggio assieme a Michael Freund, fondatore e presidente di Shavei Israel, e a Rav Pinhas Punturello, emissario dell’organizzazione per l’Italia. Le donne della comunit? erano molto emozionate e ci hanno accolto con canti italiani e ebraici. Siamo stati ospitati da Lucia Guellano Leone, 50 anni, una delle leader della comunit?. Suo marito Matteo, gi? cattolico, si ? convertito assieme a lei e ora lavora come supervisore casher in un pastificio di Bari. Read more

A Gerusalemme la prima presentazione del libro di Rav Pinhas Punturello

A Gerusalemme la prima presentazione del libro di Rav Pinhas Punturello

Il nostro emissario per l’Italia, Rav Pinhas Punturello ha appena pubblicato il suo libro “Napoli, Via Cappella Vecchia 31. Voci ebraiche da dietro il vicolo” con la casa editrice Salomone Belforte di Livorno.

La prima presentazione si svolger? a Gerusalemme il 12 aprile 2018, alle ore 19:30, presso il Museo di Arte Ebraica Italiana U. Nahon in rehov Hillel 25.

Nel corso della serata l’autore presenter? il libro, insieme al Dr. Samuele Rocca.

Vi aspettiamo!

Una ragazza di Brooklyn scopre le sue radici ebraiche “Chueta”

Una ragazza di Brooklyn scopre le sue radici ebraiche “Chueta”

Nonostante la diaspora, le varie sfide e dispersioni, il sangue ebraico anche dopo molte generazioni pu? farsi risentire. E cos? inizia la ricerca delle proprie origini…

Karina Barro, la protagonista di questa storia, ? cresciuta a Brooklyn NY e sin da piccola ha sentito di essere diversa. Abituata a considerare se stessa e i suoi genitori come Cubani, Karina non aveva il loro aspetto, non parlava lo stesso linguaggio e in generale le veniva difficile identificarsi da un punto di vista nazionale. “Cosa significa in realt? essere Cubani?” si chiedeva, sentendosi sempre pi? lontana da questo gruppo, ha iniziato cos? a cercare le origini della sua famiglia.

“Un giorno mia zia mi ha chiamato dicendomi che la sua prozia aveva un libro scritto da Baruch Braunstein nel 1936 “I Chuetas di Majorca”, racconta Karina. “In quel libro la mia prozia aveva scritto i nomi dei parenti a Mallorca raccontando di essere una Chueta e un’ebrea. Queste informazioni mi fecero partire quindi dalla ricerca delle origini di mia madre. Avevo anche pi? informazioni da quel lato”.

 

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