E? cominciato il mese di Elul e, quest?anno, la parash? che ha aperto il Rosh Chodes ? stata quella di Ree.
Il versetto di apertura della parash? ? il famoso monito che recita: ?Guardate, io metto oggi davanti a voi la benedizione e la maledizione.? (Deuteronomio 11,26)
Davanti a noi, nel percorso che il mese di Elul segna per i prossimi trenta giorni, ma che in realt? ? il simbolo della vita di ogni persona, c?? la possibilit? di scegliere tra bene e male, tra benedizione e maledizione o come recita il versetto in ebraico tra ???? e ????.
La sola possibilit? di scelta, il solo fatto che Dio ci abbia donato la possibilit? di scelta, deve avere un presupposto di base.
E? il presupposto, ci insegna Maimonide nelle Hilchot Teshuv?, regole sulla Teshuv?, ? la libert?. L?uomo pu? scegliere se fare il bene o il male perch? ? una creatura libera. Una libert? della quale Dio stesso ? testimone quando al capitolo 3, 22 della Genesi afferma: ?Ecco, l’uomo ? divenuto come uno di noi, perch? conosce il bene e il male.?
Dopo la trasgressione di Adamo ed Eva con il frutto proibito la libert? d?azione entra dolorosamente nella storia del mondo donandoci la tremenda responsabilit? delle nostre azioni. Con un gesto possiamo essere ad immagine e somiglianza di Dio, con un solo gesto possiamo eliminare l?etica della presenza di Dio dal mondo.
La libert? che entra nella storia e nel codice genetico e spirituale dell?Umanit? crea un rapporto nuovo con Dio e porta, attraverso l?ebraismo, un messaggio nuovo al mondo.
Ancora una volta ? Rambam in Hilchot Teshuv? 5,2 che lo afferma: ?Non pensare mai che Kadosh Baruch scelga come deve essere fin dalla nascita un uomo, se giusto o malvagio, come pensano gli stupidi tra i goiim e tra gli stessi ebrei.?
Solo un incosciente pu? pensare ad una idea di Dio che decida a priori il destino morale di ognuno di noi, solo chi, di fatto, fugge dal dono della libert? e della responsabilit? che esso porta con s?.
Fuggendo dalla libert?, l?uomo che non fa propria la responsabilit? di azione, sceglie di non agire, di non muoversi, di non intraprendere nessun cammino verso Dio, in altre parole sceglie di non ascoltare il monito della parash? di Ree e gli inviti del mese di Elul.
Perch? la vera differenza tra benedizione e maledizione, tra santit? ed il suo opposto, tra vita e morte ? che le prime categorie implicano il movimento, l?azione, l?impegno, mentre le seconde sono statiche, immobili, paludose.
Portare bene nel mondo, essere un bene nel mondo significa muoversi, significa accettare ci? che muta e fare in modo che la sacralit? abbia sempre uno spazio nel cambiamento dei giorni.
La parola ebraica per benedizione ???? ha un legame con la parola ??? ginocchio: perch? per poter portare una benedizione, per poter essere una benedizione, per poter trasformare il mondo in un luogo di benedizioni bisogna muovere le ginocchia, bisogna camminare, salire, scendere, andare incontro ai propri giorni ed agire per il bene. ?Chi si ferma? – recita un vecchio adagio – ?? perduto?, in realt? chi si ferma non ? perduto, ma perde la possibilit? della teshuv? e del Bene.
Bellissimo, grazie.
Bellissimo! Grazie. Vorrei segnalare, per sottolineare la mia totale adesione, l’imminente uscita di un mio articolo, ‘La sfida educativa del XXI secolo: una scelta di bene senza compromessi’, pubblicato nel volume “Carissimi Primo, Anne ed Elie. Studi e interventi per la Memoria della Shoah nelle universit?, nelle scuole e nei musei d’Italia” della Collana universitaria ?Il tempo, la storia e la memoria?.
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