Se poi la casa ? troppo piccola per un agnello, ne prenda uno in comune col pi? vicino di casa, tenendo conto del numero delle persone; voi determinerete la quantit? dell’agnello necessario, in base a ci? che ognuno pu? mangiare.
Esodo 12, 1-5.
Perch? era necessario compiere un sacrificio e consumarlo a livello collettivo prima dell?uscita dall?Egitto? I figli di Israele si predisponevano a lasciare l?Egitto quando Dio gli ordin? di compiere un sacrificio. Non si poteva aspettare un altro giorno prima di compierlo? Non sarebbe stato meglio fare questo sacrificio quando gi? sarebbero stati fuori dall?Egitto, gi? liberi? Il popolo di Israele era stato sommerso in Egitto da una cultura, chiaramente non ebraica e marcatamente idolatra.
I lunghi anni di prigionia, esilio e sofferenza, avevano lasciato il segno su di loro. Lo stile della vita e le credenze pagane avevano influito sugli schiavi ebrei. Il popolo ebraico doveva, per tanto, cooperare nel processo della sua salvezza. Dio doveva liberare il popolo dal suo lavoro fisico e condurlo, quindi, verso la libert? fisica, per? lo stesso popolo doveva rompere con i suoi sentimenti spirituali per mostrarsi degno della sua libert? spirituale. Ai figli di Israele fu ordinato di sacrificare con le loro proprie mani un agnello uno degli idoli egiziani. Senza dubbio, l?esecuzione di questa mitzv? fu difficile per i figli di Israele, ma gli sforzi compiuti per portarla a termine, permisero loro di giungere alla coscienza collettiva e liberarsi allo stesso tempo dei loro timori e dubbi.
Questa mitzv? consiste in una esecuzione collettiva del sacrificio di Pesach. Solo i membri della Comunit? dei figli di Israele possono partecipare a questa attivit?. Questo sacrificio commemora la nascita della nazione ebraica, obbligando il singolo ebreo a sfogliare le pagine della storia collettiva del popolo. Mentre i figli di Israele erano in Egitto non si consideravano un popolo, in senso collettivo, n? tantomeno dicevano di appartenere alla religione di Mosh?. Un insieme di schiavi non ? una comunit? per questo ? necessario il sacrificio di Pesach: per obbligare ogni individuo a portare a termine un azione che lo avrebbe trasformato subito in una parte attiva del gruppo.
Per poter ricevere la Tor?, che presuppone l?esistenza di una vita collettiva, ? necessario stimolare nel popolo la nascita di una tale coscienza collettiva. E? possibile che la persona che si avvicini alla Tor? con una prospettiva personale, non comprenda la profondit? della legge che essa contiene.
La Halach? si rivolge solo all?uomo che possiede una coscienza collettiva, che ? una parte della comunit? e non si rivolge in nessun modo all?uomo isolato. Solo l?uomo che ? capace di identificarsi con la comunit? e con la sua sofferenza passata e presente, ? in possesso di una coscienza collettiva che gli permette l?accesso alla lingua della Tor?. Solo colui che partecipa alla sofferenza del popolo ebraico pu? modificare il suo ?IO? e cambiarlo in un ?NOI? collettivo. La trasformazione dell?io in un noi comincia non come conseguenza della mitzv? ma come prodotto della partecipazione alla sofferenza del popolo e del desiderio di libert?.
E? possibile definire l?Ebraismo come una concezione del mondo spirituale che chiede all?individuo di presentarsi davanti a Dio come membro di gruppo, di un popolo. La coscienza che la vita non sia tale senza un gruppo, costituisce la base dell?accettazione del linguaggio pubblico dell?Halach?. Non ? possibile una vita comune di un gruppo senza una legge comune.
Per l?Ebraismo, ?il tuo popolo ? il mio popolo? viene prima di ?il tuo Dio ? il mio Dio?.
Per rispettare il Dio di Aristotele non ? necessario appartenere ad un determinato popolo. Invece, per rispettare il Dio degli ebrei ? necessario identificarsi con gli avvenimenti storici del popolo ebraico e sentirsi parte di questo grande gruppo.