Il dramma di ci? che non cambia – Commento alla Parash? Mikketz

Rav P.P.Punturello????

?Al termine di due anni, il faraone sogn? di trovarsi presso il Nilo. 2 Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. 3 Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo. 4 Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegli?.5 Poi si addorment? e sogn? una seconda volta: ecco sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. 6 Ma ecco sette spighe vuote e arse dal vento d’oriente spuntavano dopo quelle. 7 Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Poi il faraone si svegli?: era stato un sogno.? (Genesi 41, 1-7)

Ogni volta che leggiamo il racconto di questo terribile sogno che ha turbato il sonno del faraone siamo concentrati nella comprensione del messaggio del sogno stesso e ci soffermiamo sulle immagini di fame, pestilenza, carestia che i simboli, vacche brutte e magre e spighe vuote ed arse, ci offrono.

Un atavica paura di assenza di beni materiali afferra il lettore del testo biblico e correndo avanti verso Yosef che viene interrogato dal faraone per comprendere il significato del sogno, perdiamo un importante insegnamento che sembra essere nascosto dalla logica del testo.

In realt? il sogno del faraone ? illogico e proprio perch? tale va compreso in ogni suo particolare.

Il faraone, infatti, sogna sette vacche magre che divorano sette vacche grasse e dopo averle divorate restano brutte e magre, cos? come le spighe vuote ed arse non subiscono nessun cambiamento dopo aver inghiottito le spighe grosse e piene.

In questa immutabilit?, in questa terribile immutabilit? si nasconde l?essenza del male.

Il male, fin dal suo apparire nella Storia, ? caratterizzato da una incapacit? di cambiamento e da una ?fame? insaziabile. Le macchine distruttive del male organizzato inghiottono vite, idee, speranze e non sono mai sazie e sopra ogni cosa non cambiano mai. Il male resta fedele alla sua natura tremenda l? dove il bene dovrebbe invece esprimere capacit? di adattamento, nuova progettualit?, nuove strade per portare sempre benedizioni in questo mondo.

Yosef interpreta il sogno del faraone in maniera corretta seguendo la logica del suo essere monoteista e seguendo il senso della moralit? della sua fede ebraica, ma coglie anche la difficolt? del faraone, dittatore ed unico rappresentante del potere, a comprendere gli eventi che lo attendono. Perch? il male non concependo cambiamenti non pu? concepire di essere sconfitto, di trovarsi in difficolt? ed ? in quel momento che il bene pu? trionfare: sfruttando il cambiamento, imparando dal cambiamento, gestendo ci? che muta e sapendo essere eterno, esprimendo un soffio di eternit?, proprio perch? predisposto al cambiamento. La grande vittoria del male sul bene si nasconde nella capacit? che il bene ha di adattarsi ai tempi, di non considerare nessuna cosa immutabile, di sapere che esiste Uno solo che ? immutabile ed ? l?Eterno.

Gli uomini che portano bene in questo mondo conoscono i loro limiti proprio perch? sono coscienti della esistenza di Dio e della mutevolezza umana e non corrono quindi il rischio, tipico di ogni male in ogni epoca nella quale si ? espresso, di considerare se stesso come Dio, unico giudice di ogni azione, unico interprete del creato e quando l?uomo sostituisce Dio con la propria presenza umana, la insaziabile fame del ?male? inizia la sua terribile esistenza.

Le vittorie del male sono spesso veloci e fulminee, ma la strada del bene ? lunga, paziente e con orizzonti e sfide sempre nuove e benedizioni sempre pi? ampie.

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