Shabbat Shalom da Gerusalemme!
Yehud
Parash? Vaigash – Prendersi le proprie responsabilit
Yehuda ha pochissimi minuti per salvare suo fratello Beniamino dal carcere a vita che gli si prospetta.
Yosef, loro fratello, che per? ai loro occhi ? il vicer? d’Egitto, ha decretato che colui che avesse rubato la coppa sarebbe stato punito con la schiavitu’. In pochi minuti Yehud? deve cambiare il destino di Beniamino e salvarlo, lui che ha garantito a loro padre Yaakov che avrebbe riportato a casa il loro fratello piccolo, l’unico rimasto dell’amata moglie Rachele. Yehuda inizia il suo discorso non chiedendo piet?, non implorando compassione, bens? racconta i fatti. Piano piano include nei fatti la presenza di Yosef “vicer?”, il loro incontro ed il fatto che anche lui, uomo potente d’Egitto, ha portato Beniamino in Egitto.
Una volta che i fatti sono chiari Yehuda parla al cuore del vicer?, si prende la propria responsabilit? ed afferma di volersi sostituire al fratello, ingiustamente colpevole.
A quel punto il cuore di Yosef cede ed ? una grande lezione quella che riceviamo da Yehuda. Una lezione di pensiero veloce, di azione, di parole pensate e misurate, di emozioni messe da parte per dare spazio ai fatti, alla storia, ai dati ed agire in loro nome anche anche con emozione.
Yosef cede alle parole di Yehuda perch? queste lo accompagnano in un ragionamento che diventa richiamo responsabile e di fronte a chi si assume le proprie responsabilit? non possiamo far altro che lodare il suo agire e stimarlo.
L?onest? dell?insegnamento halachico – Commento alla Parash? Vaiggash
Un fiume di emozioni travolge Yosef di fronte ai suoi fratelli ed in special modo di fronte a Yehud? che si offre come prigioniero al posto di Biniamino verso colui che tutti credevano il Vicer? di Egitto.
Un fiume di emozioni che portano Yosef a piangere ed a liberarsi della maschera culturale nella quale si era rifugiato, la maschera di una finta identit?, quella egiziana, nella quale si era volutamente assimilato e nella quale fingeva di essere felice. Perch? Yosef ? il primo ebreo che sperimenta l?assimilazione come rifugio, come ipotetica strada che risolva il ?problema? dell?identit? ebraica. L?assimilazione, in termine identitari, ? senza dubbio un rifugio. Un rifugio che spesso si ? rivelato fragile e dal quale nessuno ? stato mai difeso in caso di pericolo, n? identitario n? politico. Ma i rifugi ebraici o per meglio dire le vie di fuga a s? stessi o dalla societ? che ci circonda possono essere diverse e di natura molto distante tra di loro. Paradossalmente anche una porta chiusa verso il mondo pu? diventare un punto di fuga ebraico. Read more