Parash? Vaetchannan – Ogni processo ha bisogno di un leader diverso.

Parash? Vaetchannan – Ogni processo ha bisogno di un leader diverso.

Il popolo di Israele si appresta ad attraversare il Giordano e ad entrare nella Terra promessa. In quel luogo la sua vita cambier? e si dovr? confrontare con sfide mai conosciute prima. Questo ? il momento culminante di tutto il percorso che, lungo i quaranta anni del deserto, dar? luogo ad una nazione, partita come popolo di schiavi.

Da quel momento in poi la vita sar? diversa, il confronto quotidiano si relazioner? con le normali necessit? di un popolo e non pi? con il rischio dell?imprevedibile. Per questo anche le strutture della leadership e del potere dovranno cambiare.

Mosh? era cosciente di tutto questo. Egli era stato il visionario, il sognatore che aveva insegnato ad un intero popolo una utopia che stava per divenire realt?. Aveva guidato la liberazione di un popolo che non aveva voglia di essere liberato e lo aveva guidato attraverso il deserto, per tappe dove tutte le necessit? vitali della sua gente furono soddisfatte in modo miracoloso.

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Parash? Shoftim – Cosa occorre per un governo ideale?

Seguendo le tematiche di tutto il libro di Devarim, che riguardano lo sviluppo di una societ? ideale in terra di Israele, questa parash? si chiede di cosa abbia bisogno un gruppo di persone per acquisire il carattere di ?societ??. E? forse sufficiente parlare la stessa lingua, abitare in spazi contigui ed avere referenti comuni? La Tor? risponde enumerando i capisaldi che sosterranno una societ? armonica, colonne su cui ci si appogger? per crescere e per dirimere i propri conflitti, per applicare la giustizia e per condividere e realizzare sogni ed ideali comuni.

?Giudici e poliziotti porrai per te in tutte le citt? che l?Eterno tuo Dio assegner? alle tue trib??.

In primo luogo, una societ? richiede una Legge, un potere Giudiziario, Giudici che distinguano tra il compimento e la trasgressione, che siano capaci di interpretare la Legge, di applicarla in ogni contesto e di creare una giurisprudenza partendo da essa. Nel corso della storia ebraica ci sono stati tribunali magnifici ed in talune occasioni, come nell?epoca in cui viviamo, il ruolo dei giudici ? stato svolto da filosofi, studiosi e rabbini. La sostanza prevale sulla forma: pu? esercitare la giustizia solo colui che, pi? degli altri, dedica la sua vita alla sapienza ed alla santit?.

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Tikkun Olam

Nel Talmud questa espressione indica semplicemente l?intento di evitare situazioni confuse e problematiche: per esempio in?Ghittin?32a si dice che se un ghet (documento di divorzio) arriva in mano alla donna non ? pi? possibile annullarlo; ?Anticamente [il marito] avrebbe potuto fare un bet din [tribunale rabbinico] in un altro luogo e annullarlo,?ma stabil? Rabban Gamliel il vecchio che questo non fosse valido in nome del tikkun olam?; in questo caso ?riparare il mondo? significa evitare ambiguit? sullo status di una donna, pericolosissime nel caso si unisse ad altri uomini senza essere davvero divorziata.

L?espressione assume poi un significato ben pi? ampio nella mistica. Fuori da quest?ambito, per?, di Tikkun Olam non si parla molto spesso; ? vero che l?espressione si ritrova nella liturgia quotidiana nell?Alenu, testo che si recita pi? volte al giorno, ma niente in confronto all?insistenza con cui si menzionano altri temi, per esempio l?uscita dall?Egitto. Per molti secoli di fatto nel mondo ebraico non si parlava di Tikkun Olam. Il tema ? emerso solo pochi decenni fa, e inizialmente in ambito non ortodosso, probabilmente (come spesso spiegato da Rav Birnbaum) per compensare il peso minore attribuito alla pratica delle mitzvot. Negli ultimi anni, per?, sta acquistando crescente importanza anche nel mondo ortodosso.

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Cosa ? la solidariet? ebraica? – Parash? Mattot-Mass

Cosa ? la solidariet? ebraica? – Parash? Mattot-Mass

A questo punto del racconto biblico ci ritroviamo con una crisi che riguarda non gi? il passato bens? il presente ed il futuro del popolo di Israele.

La Transgiordania ? gi? stata conquistata. Il popolo di Israele si appresta ad attraversare il fiume Giordano per entrare nella terra promessa e conquistarla. In questo preciso momento due tra le trib? chiedono a Mosh? di non passare il Giordano: preferiscono stabilirsi nel luogo in cui si trovano e chiedono che venga gi? loro assegnata una porzione nella terra di Israele.

?Se abbiamo grazia ai tuoi occhi, ti chiediamo che sia data questa terra ai tuoi servi in eredit? e non ci sia fatto passare il Giordano.? Con grande delicatezza e amabilit? presentano la loro richiesta, che tuttavia implica la loro separazione del resto del popolo. Alieni dalla santit? della terra di Israele, sembrano concepire la terra unicamente come un fattore economico: ?Questa terra ? giusta per gli armenti ed i tuoi servi hanno armenti.? Questo ? il loro argomento.

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Per governare bisogna comprendere e guidare ognuno dei governati – Parashat Pinchas

La successione a Mosh? nella leadership di Israele ? il tema centrale di questa parash?. Mosh? sa che sta per morire e chiede a Dio la scelta di un successore che guidi il popolo quando egli non ci sar? pi?. ?E rispose Mosh? all?Eterno: Designa o Eterno, Dio degli spiriti di ogni carne, un uomo che diriga la congregazione, un uomo che possa portarla, accompagnarla e condurla, perch? il popolo di Israele non resti come un gregge senza pastore.?

Mosh? non si preoccupa per se stesso ma per il popolo, gli d? angoscia la possibilit? che esso si ritrovi senza un leader che lo possa guidare. Mosh? conosce il popolo, lo ha guidato per quaranta anni. Adesso prega Dio di scegliere, in vita, colui che gli succeder? in questa missione tanto difficile. Mosh? vuole partecipare alla scelta del nuovo leader, vuole assicurarsi che si tratti di qualcuno che sia adatto alle necessit? del popolo, vorrebbe poterlo istruire e prepararlo, affinch? l?immane sforzo compiuto in tutti questi anni non sia stato vano e non se ne perdano i risultati a causa di qualcuno non idoneo a proseguire il cammino intrapreso.

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Parash? Beaalotecha – A volte dal lamento nasce il problema

Questa parash? ci mostra il popolo di Israele che esperimenta diverse frustrazioni, a causa delle quali protesta e si lamenta davanti a Dio. In un uno di questi casi il popolo vive un senso di ?vuoto? senza che vi sia alcun motivo particolare. E? la percezione di tale vuoto che provoca un lamento che ? fine a se stesso. La Tor? ci racconta, in questo caso, che Dio reagisce incendiando parte dell?accampamento. L?altro caso ? ben differente. Il popolo vive una necessit? concreta e reclama: ?Chi ci dar? carne per mangiare?…Ci manca il pesce??. Non ? che Il popolo abbia fame, perch? con la manna riesce a gustare tutti i sapori che desidera, ma si sente stufo di mangiare sempre la stessa cosa. Di fronte alla lamentela per una mancanza concreta, indipendentemente dalla sua validit?, Dio soddisfa la richiesta del popolo e gli invia carne da mangiare.

Questi due casi sono una porta che si apre, attraverso cui comprendiamo le circostanze nelle quali ? valido reclamare. La Tor? non si oppone all?uomo che si lamenta, che critica e reclama, purch? abbia una ragione specifica e concreta per farlo. In varie occasioni il popolo di Israele si ? lamentato davanti a Dio ed Egli ha accettato le sue lamentale. La Tor? ci fa notare che anche Abramo si lament? di fronte al Creatore, cos? come, pi? volte, si lament? lo stesso Mosh?.

La situazione acquisisce una diversa valenza e diviene problematica quando ci si lamenta a vuoto, senza un motivo apparente, quando ci si lamenta e si piange senza un perch?. A volte ci si lamenta idealizzando le situazioni, alienandosi dalla realt?. Non si ? coscienti di ci? che accade effettivamente intorno a s?, si chiudono gli occhi e, con essi, si chiude anche la possibilit? di comprendere le ragioni della propria lamentela. In questo modo, l?ambiente negativo, lontano da essere causa di tristezza e di lamentela, risulta essere la sua conseguenza.

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Parash? Bamidbar – La necessit? di riconoscersi in noi stessi

Con questa parash? inizia la lettura del libro di Bamidbar (nel deserto) il quarto libro della Tor?. Ad una prima lettura questo libro pu? dare un?impressione di grande semplicit?, sembra noioso, a immagine del deserto che ? al centro del suo racconto. I riferimenti immediati che ci vengono alla mente pensando al deserto si relazionano con la tranquillit?, la solitudine, la lentezza e la vita senza alcuna sorpresa.

Paradossalmente ? in questo deserto che nascono l?ordine interno e la tradizione del popolo di Israele. Allo stesso modo in cui un corpo malato o senza difese viene isolato per farlo guarire, il popolo di Israele viene separato dalla cultura mesopotamica, egizia e cananea e viene allontanato dalla societ?, dalle filosofie estranee, dalla influenze che avrebbero potuto condizionarlo. Il deserto funziona come un ?laboratorio? nel quale il popolo di Israele si sviluppa in quanto tale.

Il deserto ? il luogo dove il popolo impara a rispettare ed a mantenere una struttura, una organizzazione. Ogni trib? prende il proprio posto, la propria bandiera ed il proprio stemma, ognuna di esse conosce e rispetta la funzione e la responsabilit? che le ? stata attribuita. Senza dubbio, riferendosi ad un periodo di sviluppo, di sistematizzazione di una tradizione e di una identit? nazionale, il libro Bamidbar ?, per eccellenza, la cronaca dei conflitti, delle crisi permanenti e dei dilemmi che il popolo ebraico ha dovuto affrontare.

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Parash? Behar-Bechukkotai – La gravit? dell?inganno e della frode

?Non ingannerai il tuo prossimo? questo ? il comandamento di questa parash? che immediatamente aggiunge, attestando la provenienza della noma: ?Io sono Dio.?

Nella Tor? il concetto dell?inganno ha un significato molto ampio: per la morale ebraica l??inganno?, in tutte le sue forme, che sia volontario o meno, che sia legalmente giustificabile o anche solo una deformazione della realt?, significa defraudare un’altra persona. Per la Tor? ingannare il prossimo significa approfittare dell?ignoranza di qualcuno su un determinato tema, per esercitare una illecita influenza materiale, spirituale o morale.

Il Talmud cita a titolo di esempio una persona che, a un certo punto della sua vita, si avvia su una cattiva strada, ma dopo se ne pente e torna su quella buona: ? considerato ?inganno nei confronti del prossimo? anche il solo ricordare ad altri il suo comportamento precedente. Nei confronti di un convertito ? proibito menzionare qualcosa che si riferisca in modo offensivo alla sua precedente condizione di gentile. Allo stesso modo ? proibito attribuire le disgrazie di colui che siede in lutto al suo comportamento personale, facendo aumentare l?intensit? delle sue sofferenze.

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Parash? Tazria – Quello che si dice ? espressione di quello che si

Raramente la Tor? stabilisce una relazione lineare di causalit? tra una azione commessa ed un castigo ricevuto. Questa parash? ci racconta di una affezione non dissimile dalla lebbra conosciuta in ebraico come ?tzaarat? che colpisce coloro che incorrono nella calunnia o nella ingiuria ?lashon har??.

??Tzaarat? ? la manifestazione esteriore di devianze intime dell?individuo, della sua indole morale e spirituale. L?individuo che calunnia o ingiuria ? danneggiato, cos? come la societ? che lo circonda, dallo spargere il germe di un male che porta al proprio interno.La sua punizione ? di conseguenza una infermit? che lo obbliga ad allontanarsi dall?accampamento, dal popolo, dalla societ? e lo condanna a restare isolato, in completa solitudine. Il castigo vuole essere una correzione: obbligandolo a restare solo si spera che l?individuo cominci a rendersi conto della necessit? di rapportarsi in maniera armoniosa con la societ?. L?unico al quale si affida la cura del malato di tzaarat ? il cohen, il sacerdote, e non il medico, cosa che riafferma il concetto di infermit? spirituale e non fisiologica.

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Parashat Shemin? – La fatale eresia degli eccessi

di Rav Eliahu Birnbaum

La nostra parash? ci racconta finalmente l?inaugurazione del Mishkan che avrebbe accompagnato il popolo di Israele fino al momento in cui avrebbe potuto costruire un tempio permanente. Il popolo intero festeggia fino al momento in cui due figli di Aharon, cohanim, muoiono all?interno del Santuario mentre porgono la loro offerta. ?E giunsero i figli di Aharon e portarono un fuoco estraneo all?Eterno che non fu loro comandato?. Presentarono una offerta a Dio che non era stata loro richiesta, che non era prescritta dalla Tor? e per questa ragione morirono.

L?ebraismo annette un? importanza speciale alla volont? della persona nel momento in cui compie le mitzvot: senza tale volont? l?uomo non pu? generare nuovi sistemi di norme e di usanze nel segno della religione. Partendo dalla norme ricevute e cominciando a rinnovarle, l?uomo corre il rischio di assumere una attitudine di estasi e perdere in questo modo il senso stesso della propria religione. Quando l?uomo perde di vista la differenza tra la volont? di Dio e la volont? umana smette di adorare Dio e cade nell?idolatria: idolatria significa proprio concepire strade errate per adorare se stesso.

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