Un ponte tra Israele e Polonia

Un ponte tra Israele e Polonia

Da Israeliano che lavora in Polonia, mi sento abbattuto. Da un lato la nuova legge proposta dal governo crea molti fraintendimenti e pu? portare a conflitti; dall?altro lato l?aggressivit? di certi politici israeliani ha solo infuocato ulteriormente la discussione, creando un?ondata di antisemitismo, ulteriori pregiudizi e mancanza di unit?. Ogni parte ha le sue ragioni e quasi tutti hanno i loro estremisti che aggiungono legna al fuoco.

Qual ? la mia opinione in tutto questo? E? assurdo sostenere che i Polacchi abbiano creato i campi di sterminio, cos? come ? assurdo sostenere che mai nessun Polacco abbia ucciso un Ebreo durante la Shoah. E? un errore sostenere la ?complicit? nazionale polacca? quando il governo polacco era emigrato in Inghilterra, quando la Polonia era occupata dai Tedeschi, ma ? ugualmente terribile il tentativo di lavare la memoria storica e non fare i conti con il proprio passato.

Ancora qualche anno fa ero cos? orgoglioso del precedente Presidente della Repubblica di Polonia, che aveva detto: ?Anche noi siamo responsabili delle sofferenze degli Ebrei durante l?Olocausto?. Oggi invece vedo una orgogliosa necessit? dell?attuale presidente nell?incrementare il nazionalismo. Sono dispiaciuto della sua visione in cui si vuole acuire la paura verso quegli Ebrei che negli ultimi 25 anni hanno vissuto in Polonia sentendosi qui a casa.

Qual ? il nostro ruolo in questa voragine che si sta creando? Noi che ci siamo impegnati nella causa israeliana ma anche in quella ebraica su suolo polacco, cosa dobbiamo fare? Dovremmo ritiirarci nell?anonimato, come durante il regime comunista, quando si credeva che fosse meglio non farsi sentire? Dovremmo rialzarci e far sentire la nostra voce nel risolvere questo conflitto? Da rabbino che vive a Cracovia, dove si cerca di far rinascere lo spirito ebraico, trovo ispirazione nelle parole di Torah. Read more

Presente: Una scuola in Polonia fa teshuv

Presente: Una scuola in Polonia fa teshuv

Apfel Fredryka? Presente.

Bauman Jadwiga? Presente.

Bauman Irena? Presente.

Becker Sonia? (7 anni) Presente.

Binzer, Krystyna? (12 anni) Presente.

Blumenfeld Bronis?awa? (8 anni) Presente.

Presente?

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Sono seduto in una scuola e sto osservando l’appello di 87 alunni. Quando l’insegnante chiama un nome, un’altra giovane ragazza risponde – “presente” – Sono presente qui e pronta per la scuola. Ma le giovani ragazze non sono quelle che portavano questi nomi, e la differenza di tempo tra un appello e l’altro ? di 78 anni.

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L’evento si ? svolto nella scuola elementare “Adam Mickiewicz”, dal nome di uno dei pi? grandi poeti del romanticismo polacco. La direttrice, la signora Gabriela Olszowska ha rinvenuto gli archivi della fine degli anni ’30. Vi erano tutti i nomi, le date di nascita, gli indirizzi e nomi dei genitori. Ma vi era anche un gruppo di 87 ragazze di cui non si avevano pi? notizie. Solo una lunga linea rossa diagonale faceva intendere che fossero scomparse. La direttrice si ? quindi messa in contatto con Zvia Fried dello Yad Vashem e ha scoperto che nel 1939, subito dopo l’invasione nazista della Polonia, 87 ebree erano state cacciate dalla scuola.

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I liceali Bnei Menashe visitano Auschwitz per la prima volta

I liceali Bnei Menashe visitano Auschwitz per la prima volta

Cinque adolescenti della comunit? ebraica Bnei Menashe hanno visitato Auschwitz, come parte del viaggio di classe volto all’educazione e presa di coscienza degli orrori nazisti e del genocidio del popolo ebraico.

I cinque ragazzi che hanno fatto aliy? dallo stato indiano del Manipur nel 2012 e 2014, con l’aiuto di Shavei Israel, stanno studiando presso il liceo Abir Yaakov nella citt? di Nahariya in Israele settentrionale.

Visitare la Polonia e imparare sulla Sho? nel luogo dove ? accaduta, ? parte regolare del curriculum di ogni liceo israeliano, che vede migliaia di studenti fare il viaggio lungo una settimana, ogni anno. Tuttavia questa ? la prima volta che un gruppo Bnei Menashe si ? unito a questo “rito di passaggio” israeliano.

“Mi sento pi? connesso all’ebraismo dopo avere imparato cosa sia stata la Sho?”, ci ha detto Yaniv Hoinge. “In realt?, mi da un forte senso di amore per Israele. La Sho? ha reso Israele ancora pi? importante per il popolo ebraico”.

Hoinge ? del?Churachandpur ? ha fatto aliy? nel 2012 con i suoi genitori. Gli altri ragazzi che sono volati in Polonia questa settimana sono Obed e Simeon Lhouvum di Gamgiphai in Manipur, arrivato anche lui in Israele nel 2012, e David Haokip e Tzion Baite, arrivati nel paese nel 2014 assieme alle loro famiglie.

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