Pensieri per Pesach 5779

Pensieri per Pesach 5779

Ci avviciniamo B”H a Pesach.

Oggi vorrei proporvi una questione di alach?, dal libro “Vearev Na” di rav Zilbertstein.

Questa straordinaria domanda di alach? ci fa capire come anche nei momenti pi? bui, gli ebrei hanno sempre voluto rispettare la alach? e la shemirat mizwot.

Il caso ? il seguente :

2 ebrei nei campi di concentramento, riescono a corrompere un ufficiale nazista per aver un kezait di mazz? (misura di 27 grammi) ciascuno per adempiere alla mizw? (mideoraita) la sera del seder…l?ufficiale riesce a procurare loro solamente un kezait di mazz?. I 2 ebrei si chiedono cosa sia pi? giusto fare, se dare da mangiare il kezait intero ad una sola persona (facendolo quindi adempiere completamente alla mizw? e facendolo uscire d?obbligo) oppure dividere quel kezait in 2, in modo che comunque entrambe possano avere un ?ricordo? della mizw?.

I 2 ebrei indecisi, provano a fare chiarezza riportando lo Shulhan Aruch per cui in un analogo caso, 2 ebrei nel deserto hanno solo un kezait di mazz?. E in quel caso se uno dei 2 con la violenza lo ruba al compagno e lo mangia, non esce d?obbligo(il motivo per cui non esce d?obbligo, pur avendo mangiato il kezait intero, ? perch? ha precluso la possibilit? all?altro di fare la mizw?).

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Parash? Shemini – Cielo e Terra

Parash? Shemini – Cielo e Terra

La parash? di Shemini ha al centro del proprio messaggio le regole della kasherut ed il senso di una costante distinzione tra ci? che ? adatto alla tavola ebraica e ci? che non lo ?.

La kasherut ? sempre stata un luogo di dibattito e di discussione sia internamente al popolo ebraico che nella sua relazione con il resto del mondo, creando spazi di opinioni molto diversi tra di loro e scatenando reazioni non ebraiche differenti. Pensiamo per esempio al mondo greco-ellenistico ed al suo sguardo sul mondo ebraico. Noi siamo soliti guardare alla battaglia dei greci, nel periodo di Channukka per esempio, dal punto di vista di Israele. Una battaglia del non sacro e del sacro, della luce e del buio, della materia e dello spirito. Ma questa ? una visione molto parziale. La Grecia era intrisa di due discipline diverse, una, l?occupazione in una cultura del bello e dello sviluppo del corpo, la seconda la filosofia che promuoveva una completa astensione da ogni vita naturale. Si trattava di due mondi e due realt? lontane e separate l?uno dall?altro. Colui che si occupava del corpo non poteva certo occuparsi dello spirito. Colui che si occupava nello spirito non poteva certo occuparsi del corpo. I decreti greco ellenistici contro gli ebrei erano contro l?unione del mondo spirituale con quello fisico, contro l?incontro tra Cielo e terra. Prendiamo per esempio il divieto dell?osservanza dello Shabbat: lo Shabbat simboleggia la materia nei pasti, nel vino, nel cibo e nel bere ma anche lo spirito nello studio della Tor?, nelle mitzvot, con la vicinanza a Dio.

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Parashat Pekudei – Il significato dello Shabbat

di Rav Yehoshua Ellis

La Torah ci ha gi? offerto due Parashot con le istruzioni date a Moshe da Dio su come costruire il Mishkan. Queste istruzioni sono gi? esaustive e chiare, perch? allora abbiamo bisogno di una descrizione pi? realistica dell’atto di costruzione, visto che dopo il controllo Moshe dichiara che gli Israeliti hanno fatto tutto come comandato dal Signore?

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Prima, quando Dio spiega le questioni legate al Mishkan, subito comanda a Moshe di rispettare Shabbat. Questo ci insegna che gli ebrei non costruivano il Mishkan di Shabbat e quindi possiamo da qui estrapolare quali sono le azioni concrete vietate a Shabbat. E quindi cosa veniamo a sapere di nuovo in questa Parash?? Inoltre, nelle Parashot precedenti il precetto di Shabbat compare subito dopo le istruzioni sulla costruzione del Mishkan, perch? qui allora se ne parla subito all’inizio?

Vi ? una discussione riguardo l’ordine cronologico delle diverse parti della Torah. Una delle teorie sostiene che quando Dio ha insegnato a Moshe sul Monte Sinai, prima gli ha spiegato i precetti legati allo Shabbat, e poi gli ha ordinato di costruire il Mishkan, e cos? Moshe ha ripetuto i Suoi insegnamenti, nell’ordine in cui li aveva ottenuti. La seconda teoria sostiene, che la decisione di Moshe di insegnare a Israele sullo Shabbat, prima di dare istruzioni al popolo sulla costruzione del Mishkan, aveva delle motivazioni pedagogiche. Sapeva che parlando al popolo gi? impegnato nei pensieri sulla costruzione del Mishkan, non sarebbe stato ascoltato riguardo ai precetti dello Shabbat. Ambedue le teorie hanno il loro valore e le loro ragioni, ma vi ? qui un insegnamento pi? profondo che dobbiamo imparare.

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Comportamenti sbagliati o peccati

di Rav Yitzhak Rapoport

Come ho detto nell’ultimo articolo, la mancanza dei Chaghim nel periodo invernale, unita alle giornate pi? corte e al tempo freddo, fanno in modo che le persone abbiano pi? tempo per l’introspezione.

Vorrei quindi dedicare quest’articolo al ragionamento sulla spiritualit? dell’uomo in relazione ad un racconto del Talmud.

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“Una volta un angelo incontr? Rav Katina. E gli disse:”Katina, Katina, ma che fai, porti un cappotto con gli angoli tondi? Che ne sar? della mitzv? degli tzitzit?” Al che Rav Katina chiese:”Ma perch?? Voi punite chi evita i precetti?” L’angelo rispose:” S?, nei periodi di ira”. (Trattato Menachot, foglio 4a).

Si deve innanzitutto spiegare che esiste una mitzv? nella Torah, che impone agli uomini di indossare i tzitzit (frange) ai quattro angoli dei loro vestiti. Per eseguire questa mitzv?, si deve indossare un abito con quattro angoli. L’angelo della storia vede che Rav Katina porta abiti con gli angoli stondati, e cos? non pu? eseguire la mitzv?. Questo non ? in senso stretto un peccato, poich? la mitzv? ? di avere i tzitzit sull’abito, se l’abito ha quattro angoli. Per? l’angelo spiega che nei periodi di ira, come per esempio durante le guerre, il periodo prima di Tisha beAv ecc., l’uomo viene punito anche perch? evita delle occasioni per aderire alle mitzvot.

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Il messaggio ebraico dell?inverno

di Rav Yitzhak Rapoport

Ci troviamo adesso nel periodo invernale, un periodo di ?riposo? dai chaghim (feste). L?anno secondo la Torah inizia in primavera, assieme alla festa di Pesach e finisce in autunno con Sukkot e Shemin? Atzeret. Abbiamo ovviamente Hanukkah e Purim, le feste istituite dai Rabbini, per? si sente in un certo modo una forma di vuoto durante l?inverno.

Vorrei quindi spiegare il messaggio di questo vuoto invernale riguardo alle feste.

Come gi? detto in precedenti articoli, la parola ?festa? non esiste in ebraico. I ?chaghim? non sono ?feste? come le si intendono in occidente. Il termine non ? connesso ad un concetto di santit? o di qualcosa di eccezionale. La parola ebraica ?chag? significa ?ruota? e si riferisce al carattere di unit? e solidariet? nel quale la festa dovrebbe essere celebrata quel giorno, che porta cos? un significato unico nella storia del nostro popolo. A Pesach HaShem ci ha liberati dalla schiavit? in Egitto. A Shavuot abbiamo ricevuto la Tor? sul Monte Sinai e abbiamo portato, ogni anno, un cesto pieno di frutti al Tempio di Gerusalemme. Per Sukkot ci ricordiamo della fede e fiducia dei nostri antenati per HaShem, che sono usciti nel deserto e hanno vissuto in capanne (Sukkot) per ordine di HaShem. Uno degli scopi di ogni chag, ? quello di unire il popolo ebraico attorno alla nostra storia comune. Per questo motivo, la Torah usa il termine ?chag?, cio? ruota, che in realt? non ha molto a che fare con la parola ?festa?.

Il ?chag? viene nella Tor? chiamato anche ?reghel?, che significa pellegrinaggio a Gerusalemme. L?unit? di un popolo si raggiunge al meglio nel luogo che ? il pi? importante per la storia di quella nazione. Il Monte del Tempio a Gerusalemme, dove oggi si trova la moschea, ? il luogo pi? importante per la storia del nostro popolo. Sul Monte del Tempio, Abramo e Isacco hanno avuto la loro prova di fede: quando HaShem ha detto ad Abraham, che deve donare in offerta suo figlio Yitzhak sull?altare. Il Monte del Tempio a Gerusalemme ? anche il luogo dove il nostro avo Yaakov ha avuto il suo sogno della scala, che unisce la terra al cielo. Yaakov successivamente ottiene il nome Israel da HaShem. Israel, che ? il primo e pi? vero nome del Popolo Ebraico, cio? ?figli di Israele?.

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Le Mitzv?t legate a Purim hanno aspetti che visti superficialmente mi lasciano sempre perplesso

Rav Pinchas Punturello

11025204_428545803962451_7786416572602720004_nTra la sera e la giornata di Purim l?ebreo ? obbligato alla lettura della Meghill? la sera e la mattina della festa, ad inviare ?mishloach manot? ovvero due portate di cibo pronto ad almeno un?altra persona, dare doni ad almeno due diverse persone indigenti, ?mattanot laevionim? ed organizzare un pranzo festivo nella giornata di Purim, dopo mezzogiorno.

Se ebraicamente posso concepire il senso della mitzv? che mi impone il dovere di leggere il libro biblico di Ester, di rivivere attraverso il racconto gli eventi che hanno portato prima alla disperazione e poi alla salvezza degli ebrei di Persia, non riesco a comprendere fino in fondo il senso di mitzv?t che mi impongono di inviare dolciumi e cibo ai miei amici, di dare doni o denaro ai poveri e di organizzare un pranzo in un giorno che in fondo resta, per molti di noi, semi lavorativo o comunque non completamente esente da obblighi di lavoro. Read more