Il gusto piccante della vita: una storia d’amore che poteva accadere solo in Israele

Il gusto piccante della vita: una storia d’amore che poteva accadere solo in Israele

Vivendo in Florida Yitzhak Eicoff mangiava molta cucina messicana -decisamente?piccante – ma mai avrebbe immaginato di assaggiare un giorno il peperoncino “king pepper”, il pi? potente del mondo. Cresce in India, nello stato del Manipur e Yitzhak l’avrebbe assaggiato quasi ogni giorno, visto che ha sposato nel 2016 Hadassa Tungdim, una Bnei Menashe immigrata in Israele grazie all’aiuto di Shavei Israel.

“La prima volta che ho assaggiato la cucina di Hadassa, per poco non perdevo tutti i capelli, ma adesso, volendomi bene, Hadassa cucina meno piccante per me”, ci racconta Yitzhak.

Yitzhak non sapeva niente della comunit? Bnei Menashe fino a quando non ? immigrato in Israele nel 2011.

“Non avrei mai immaginato di trovare la mia anima gemella in Manipur, e Hadassa mai avrebbe immaginato di incontrare uno di New York in Israele”, ci racconta. “Ci siamo conosciuti a met? strada, nella Terra di Dio.”

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Da San Paolo a Beersheva: Rachel riscopre le sue radici ebraiche

Da San Paolo a Beersheva: Rachel riscopre le sue radici ebraiche

La pi? grande speranza di Rachel Souza Lima ? il ritorno di tutti i Bnei Anousim. Rachel (Elizabeth), 39 anni, lo dichiara mentre ci racconta di come ? ritornata all’ebraismo dei suoi antenati, e del suo grande viaggio dal suo Brasile in Terra di Israele, dove vive oggi con suo marito e i figli.

Nata a Luc?lia (San Paolo), Rachel madre vedova di 4 figli, ricorda bene il ?primo incontro con il suo rabbino. Questo evento esplosivo le ? bastato per capire come le sue regole di casa, la kasherut e la purit? familiare, significassero che aveva?delle radici ebraiche.

In quei primi tempi, rispettare le mitzvot era abbastanza difficile, ma dava soddisfazione, Rachel spiega con una nota di nostalgia. “Non ero ancora ufficialmente ebrea, ma smisi di lavorare il Sabato, dicevo preghiere speciali, imparavo a cantare le canzoni religiose, ed ero molto felice”.

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Parash? Ki Tez? – Il rispetto della dignit? femminile

? Se vedi tra i prigionieri una donna di bell’aspetto e ti piace tanto da volerla prendere per tua moglie,?la condurrai a casa tua, ed ella si rader? il capo e si taglier? le unghie, si lever? la veste di prigioniera, abiter? in casa tua e far? cordoglio per suo padre e sua madre un mese intero; poi entrerai da lei, e sarai suo marito e lei tua moglie.? (Deuteronomio 21, 11-13)

La Tor?, nella parash? di Ki Tez?, apre alla terribile ipotesi che un soldato possa invaghirsi di una prigioniera di guerra.

Conoscendo profondamente l?animo e gli istinti umani la Tor? non nega la natura dell?uomo, non fugge nemmeno di fronte ai suoi pi? bassi istinti, ma proprio perch? non li nega entra prepotentemente nell?orizzonte umano per portare quegli istinti ad un livello diverso, verso una reale sacralit?.

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Una bellissima e originale storia d’amore nata a Belmonte

Una bellissima e originale storia d’amore nata a Belmonte

Un’aristocratica romana pose una volta a Rav Yosi Ben Halafta, uno dei principali saggi della Mishna, una domanda provocatoria.

“In quanti giorni ha creato Dio il mondo?”, chiese.

“In sei”, rispose il Rav.

 

“E di cosa si ? occupato Dio da allora?”, incalz?.

“Di formare le coppie per farle sposare”, fu la risposta.

 

“Giusto questo?”, disse con ironia. “Persino io riesco a farlo. Creer? centinaia di coppie in brevissimo tempo”.

E la storia continua nel?Bereshit Rabba?(68:4), quella notte la matrona romana fece unire un migliaio dei suoi schiavi con migliaia di schiave. Ma al mattino, uno schiavo aveva la testa mozzata, un altro aveva perso un occhio, mentre un terzo zoppicava a causa di una gamba rotta”.

Rav Yosi aveva predetto esattamente questa cosa. “Pu? sembrare facile ai tuoi occhi” disse all’aristocratica romana, “ma per il Signore ? difficile come far aprire il Mar Rosso”.

Dio deve avere osservato l’ultimo Shabbaton che si ? tenuto a Belmonte, in Portogallo, visto che alla fine una coppia inusuale si era formata.

A met? maggio, l’emissario di Shavei Israel in Portogallo, Rav Elisha Salas, aveva ospitato 120 Ebrei Hassidici da New York, nell’albergo della cittadina appena inaugurato casher (ne avevamo scritto qui). Rav?Isroel Nachum di Safed aveva organizzato questa gita, che Rav Salas aveva definito come “una straordinaria e unica esperienza in Portogallo”.

Ed ? proprio cos? che si devono sentire Chunie Reinhold e Ruth Rodrigo.

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