di Laura Ben-David
Durante un lungo viaggio di conferenze alle quali ho partecipato negli Stati Uniti, ogni minuto era contato e ogni azione programmata. Quindi quando sono stata avvicinata, dopo un discorso che ho tenuto a Southfield in Michigan, da una donna che voleva sapere se potevo fare un discorso ad un altro gruppo quel pomeriggio stesso, la mia iniziale reazione era di crederlo impossibile.
Quando per? mi ha detto che gruppo rappresentava, non ho avuto dubbi, avrei partecipato. Cos? un’aggiunta dell’ultimo minuto ? diventata il momento pi? commovente di tutta la mia attivit? di relatore.
Mi ha detto di essere Esther Posner, una bambina che era stata nascosta durante la Shoah. Il suo “gruppo” si sarebbe riunito quel pomeriggio e avrebbero apprezzato forse il mio intervento.
Ma che gruppo ? esattamente? Ho chiesto aspettandomi un club di lettura o di t? per signore. Mi ha detto che era la?World Federation of Jewish Child Survivors of the Holocaust and Descendants. Questo sarebbe stato l’incontro annuale di Hanukk? del Michigan. Ci sarebbero state circa 70 persone, la maggior parte di loro bambini nascosti durante la Shoah.
Mi sono venuti i brividi solo a sentire dell’esistenza di un tale gruppo. E ad essere la relatrice principale?ero onorata come non mai. Ovviamente l’avrei fatto, anche se significava creare una nuova presentazione, adattarla al pubblico, avere solo poche ore per prepararmi e infilare il tutto in un programma gi? molto intenso.
Il programma esistente che avevo organizzato per il viaggio tratta degli Ebrei “perduti” e “nascosti” in tutto il mondo, ai quali Shavei Israel, dove lavoro come direttrice del marketing e dei nuovi media, aiutava a riconnettersi con il proprio patrimonio ebraico e con lo Stato di Israele. Una di queste comunit? che seguiamo sono gli Ebrei nascosti della Polonia durante la Shoah – quasi l’inverso del gruppo al quale avrei parlato.