Continuiamo l’intervista al presidente di Shavei Israel, Michael Freund…
Il processo dopo la morte
Dopo l’espulsione dalla Spagna, molto ebrei trovarono rifugio nel vicino Portogallo, fino a che nel 1497 il re del Portogallo, Manuel I, non chiese ad Isabella, figlia del re cattolico della Spagna, di sposarlo. La corte spagnola pose come condizione al matrimonio la deportazione di tutti gli ebrei dal Portogallo. Poich? questo sarebbe stato un grande danno economico per il paese, visto che gli ebrei erano il 20% della popolazione, il re portoghese scelse un’altra direzione. Invece di deportarli, li costrinse alla conversione nei modi pi? crudeli, senza permettere loro di lasciare il Portogallo. Uno degli esempi: trascinare le persone per i capelli per farli battezzare forzatamente.
La storia continuava a girare, la Spagna e il Portogallo divennero potenze economiche, e cos? anche gli Anusim arrivarono in tutte le colonie sotto la loro protezione. Speravano cos? di essere il pi? lontano possibile dalle grinfie dell’Inquisizione, che continuava a perseguitare gli ebrei che professavano la loro religione in segreto.
Il regime, simile a quello nazista, teneva degli archivi molto precisi. Venivano fatte perquisizioni corporali molto scrupolose. Se si trattava di pettegolezzi riguardo a persone decedute, si andava al cimitero e si portavano le ossa riesumate fino al tribunale; l? una sentenza di morte veniva eseguita.
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