I 13 principi di fede di Rambam – 3? PRINCIPIO: Come visualizzare Dio?

I 13 principi di fede di Rambam – 3? PRINCIPIO: Come visualizzare Dio?

Di Yosef Bitton
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La scorsa settimana abbiamo iniziato a studiare il terzo dei 13 principi della fede ebraica: “Dio non ha corpo, n? le condizioni o le caratteristiche umane possono essere attribuite a lui”.
Questo punto era nei tempi antichi tanto o pi? rivoluzionario del monoteismo. Poich? nel mondo pagano tutti gli dei erano rappresentati con figure umane. Gli dei nacquero, morirono, combatterono, avevano appetiti insaziabili e una grande sete di potere. In un certo senso, questi dei sono stati concepiti per immaginare e come coloro che li hanno serviti. Per la mentalit? pagana, un dio invisibile era un dio inconcepibile.
Tuttavia, la Tor? parla ripetutamente di Dio in termini umani. Ad esempio, la mano di Dio; braccio di Dio; gli occhi di Dio, ecc. La tradizione ebraica spiega che queste sono solo metafore, espressioni il cui scopo ? rendere il testo biblico accessibile anche alle menti umane pi? semplici, per le quali ? molto difficile assorbire concetti astratti.
Ci sono molte traduzioni della Tor?, in tutte le lingue. Sai qual ? la traduzione ufficiale della Tor?, secondo la tradizione ebraica? ? la traduzione aramaica scritta da Onquelos haGuer (“Onquelos el proselito”, anno 35-120 dell’era comune), composta sotto la supervisione di uno dei pi? grandi rabbini dell’era talmudica, Rabbi Eliezer haGadol. Questa traduzione ? alternativamente chiamata “Targum” (“traduzione”, per eccellenza), “Targum Onquelos” o “Targum Did?n”, quest’ultimo nome significa “La nostra traduzione ufficiale”.
Il primo obiettivo del Targum ? decodificare gli antropomorfismi, cio? spiegare a cosa si riferiscono le espressioni che apparentemente attribuiscono un’immagine umana a Dio. Cos?, per esempio, il braccio di Dio pu? riferirsi alla Sua potenza; la mano di Dio, i Suoi miracoli; occhi a Dio, alla Sua supervisione permanente sugli esseri umani, ecc. In questo modo, e attraverso il Targum, il Jajamim ci insegn? che non dovremmo attribuire a Di-s alcuna immagine o similitudine umana, nonostante gli apparenti riferimenti biblici.
Un altro punto importante: nella Tora dice che HaShem ha creato l’uomo “a sua immagine e somiglianza”. La tradizione ebraica, fedele al suo rifiuto dell’antropomorfismo, spiega che l’immagine divina e la similitudine che gli esseri umani possiedono non ? corporea. Si riferisce agli esseri umani, a differenza di altri esseri viventi, dotati di libero arbitrio. Abbiamo impulsi ma non ci siamo limitati a questi, possiamo dominarli. Possiamo scegliere tra fare del bene e fare il male. ? quel potere, quella libert? morale, che ci rende come Dio, che ? l’epitome della libert? (“Onnipotente”, che pu? fare tutto).
A questo proposito c’? una domanda che mi ? stata spesso posta: Se Di-s non ha un’immagine, come posso pensare a Di-s quando lo prego? ? sbagliato immaginare Di-s?
Immaginare o visualizzare Dio come un angelo, o un vecchio o un gigante, ? tipico del paganesimo. Queste personificazioni sono un riflesso fuorviante della nostra immaginazione, proiettando in Di-s attributi umani a livello superlativo. Quindi cosa fare quando comunichiamo con Di-s, lo preghiamo, e in qualche modo abbiamo bisogno di proiettare qualche immagine nelle nostre menti? Penso che la risposta sia molto semplice. Quando ci riferiamo a Dio, gli ebrei dicono “HaShem”, che in ebraico significa “Il Nome”. Come dire “Lui il cui nome ? ineffabile”. Quindi, se ? impossibile per noi astrarci, o concentrarci senza visualizzare una particolare immagine nella nostra mente, possiamo visualizzare il Nome di HaShem, cio? le lettere ebraiche del Suo nome.
In breve, ? un principio fondamentale della fede ebraica sapere che Dio non ha corpo, immagine, somiglianza con l’umano. Gli attributi umani descritti nel Tor? sono semplici metafore, espressioni che rendono il Tor? accessibile ai livelli pi? basilare della comprensione umana.
C’? cos? tanta distanza tra la realt? divina e quella umana che il modo in cui il popolo ebraico si riferisce a Dio ? chiamandolo HaShem, “Il Nome”. Quando preghiamo, dobbiamo astenerci dal proiettare, e dobbiamo impedire che qualsiasi immagine o figura che incarna HaShem perda nella nostra immaginazione. Tuttavia, mostrare il nome di HaShem, le lettere ebraiche del Suo nome, ? un modo accettato di pensare a Dio.