La determinazione di una piccola comunit? ebraica in Guatemala

La determinazione di una piccola comunit? ebraica in Guatemala

La comunit? Shaar Hashamaim del Guatemala, creata grazie ad una iniziativa locale, ha unito persone di diverse et? e origini determinate a mantenere le tradizioni ebraiche, senza essere collegati a comunit? pi? grandi presenti nel paese.

Oggi la comunit? ? composta da circa 15 famiglie e offre ai suoi membri una vasta gamma di corsi e attivit?, quali studi ebraici, eventi comunitari e incontri all’aperto, preghiere e funzioni festive. Fornisce anche ai residenti cibo casher, libri ebraici e servizi religiosi di base. Ma finora c’era un grande problema: i membri della comunit? vivono troppo lontano per potersi unire nella preghiera dello shabbat, senza infrangere la regola della non guida nel giorno di riposo.

Per migliorare quindi la qualit? della vita ebraica, si ? deciso di costruire un edificio che includa una sinagoga, un centro di studi ebraici, un ristorante, camere da letto, un appartamento per il rabbino e un mikve.

“Tempo e risorse vengono investite per aiutare le famiglie a riunirsi presso il centro il venerd?, per onorare lo shabbat con tutta la comunit?”, ci spiega Fernando Flores Casta?eda, rappresentante di Shavei Israel in Guatemala. “Per me, mia moglie, i miei figli e per tutti i membri della comunit? Shaar Hashamaim, ? stata, ? e sar? una porta che ci ha consentito di riunirci come popolo di Israele e di vivere l’ebraismo in ogni aspetto delle nostre vite. E’ la porta che ci ha aiutati a connetterci con la Torah e con Dio stesso.”

Altri membri della comunit? condividono l’entusiasmo di Fernando: “Shaar Hashamaim ? il compimento di un sogno, che anni fa sarebbe stato difficile da immaginare” dice Alfredo Gutierrez. “Il desiderio di ritornare alla nostra trib?, al popolo dal quale i nostri antenati si sono dovuti allontanare a causa di drammatiche circostanze, oggi si ? avverato. La comunit? ? la nostra famiglia, studiamoinsieme Tor? e Halach?, ci prepariamo alla celebrazione di ogni shabbat e festa. E’ molto bello potere incontrare altre famiglie in situazioni simili alla nostra, condividendo lo stesso scopo: vivere una vita ebraica in tutta la sua pienezza.”

Come dimostrano le foto in basso, il processo di costruzione ? in pieno sviluppo, ma molto ancora c’? da fare. Se vuoi fare la differenza, unisciti a noi e supporta la comunit? Shaar Hashamaim?donando a questo progetto.

Parash? Vayakhel – I due volti della vita umana

Parash? Vayakhel – I due volti della vita umana

Questa parash? comincia con un riassunto delle regole relative alla costruzione del Mishkan, il santuario ebraico nel deserto. Sorprende che la prima mitzv? che viene menzionata sia niente meno che quella dell?attenzione allo Shabbat, la proibizione del lavoro nel giorno settimanale di riposo.

Il Mishkan aveva lo scopo di essere un centro spirituale, doveva essere lo spazio sacro che accompagnava Israele ovunque il popolo si trovasse. Lo Shabbat, d?altro canto, era il lasso di tempo destinato settimanalmente al sacro.

La Tor? pone varie eccezioni alle proibizioni sabbatiche: lo Shabbat pu? essere profanato in ogni caso per salvare una vita umana e le sue regole sono posticipate per esempio di fronte alla sacralit? superiore dello Yom Kippur. Potrebbe essere logico credere che, per accelerare la costruzione del santuario sarebbe stato anche permessa la profanazione dello Shabbat, considerando che Shabbat e Mishkan condividono una identica missione: elevare l?uomo a Dio. La Tor? insegna invece ci dice che il Mishkan non deve essere costruito di Shabbat e che una mitzv? non annulla un?altra, che una missione sacra non giustifica mezzi profani. In definitiva, in questa parash? ci viene insegnato che il fine non giustifica i mezzi e che il bene pu? trasformarsi in male quando i mezzi per raggiungerlo non sono giusti, onesti, coerenti con tutto il corpo morale e normativo ai quali la vita si deve attenere.

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