Nonostante la diaspora, le varie sfide e dispersioni, il sangue ebraico anche dopo molte generazioni pu? farsi risentire. E cos? inizia la ricerca delle proprie origini…
Karina Barro, la protagonista di questa storia, ? cresciuta a Brooklyn NY e sin da piccola ha sentito di essere diversa. Abituata a considerare se stessa e i suoi genitori come Cubani, Karina non aveva il loro aspetto, non parlava lo stesso linguaggio e in generale le veniva difficile identificarsi da un punto di vista nazionale. “Cosa significa in realt? essere Cubani?” si chiedeva, sentendosi sempre pi? lontana da questo gruppo, ha iniziato cos? a cercare le origini della sua famiglia.
“Un giorno mia zia mi ha chiamato dicendomi che la sua prozia aveva un libro scritto da Baruch Braunstein nel 1936 “I Chuetas di Majorca”, racconta Karina. “In quel libro la mia prozia aveva scritto i nomi dei parenti a Mallorca raccontando di essere una Chueta e un’ebrea. Queste informazioni mi fecero partire quindi dalla ricerca delle origini di mia madre. Avevo anche pi? informazioni da quel lato”.
Karina scopr? cos? che sua nonna era nata a Cuba, ma che sua bisnonna era originaria di Mallorca in Spagna. Arriv? a Cuba da bambina con la sua famiglia. Il suo nome era Catalina Cortes-Pico, un nome tipicamente spagnolo. Grazie al libro si pot? stabilire che la bisnonna di Katarina aveva 2 dei 15 cognomi ebraici di Mallorca. I Chuetas di Mallorca erano ebrei che avevano abitato l’isola per secoli, prima ancora del cristianesimo.
Karina sent? cos? di avere una forte connessione con il popolo ebraico. Era anche cresciuta a Brooklyn dove aveva molti amici ebrei e suo nonno adottivo era un ebreo siriano. “Non eravamo religiosi in nessun modo, ma le feste ebraiche erano bellissime per me” ci racconta, “e un’altra cosa interessante era che mia madre accendesse le candele di venerd? sera non sapendone la ragione fino alla nostra scoperta. Una volta le chiesi il motivo e lei mi disse che anche sua madre faceva questo”.
Felice di questo suo successi, Karina decise di andare a Mallorca e vedere la terra di origine della sua famiglia. Nonostante la bellezza dei luoghi, ? rimasta delusa dalle poche informazioni rimaste sui Chuetas.
“E’ come se un pezzo di passato sia stato cancellato. Ma ? rimasta una Stella di Davide sulla vetrata della Cattedrale di Palma, si dice un tributo all’ebraismo lasciato dai Chuetas. Nei giardini c’era qualche un volantino che raccontava dell’espulsione degli ebrei, ma non pi? di tanto per commemorare secoli di storia. Oltretutto, l’unica sinagoga sull’isola apre solo durante le feste.”
I suoi parenti Chueta le raccontarono delle discriminazioni e della distanza che si era creata tra la comunit? cattolica e i discendenti degli ebrei. “Era una cosa triste osservare come dopo tutti questi anni di sacrifici, i Chuetas fossero considerati degli estranei nell’unica terra che conoscessero. Penso che sia simile a come io mi sono sentita per anni: diversa.”
Nonostante questo, ? incoraggiante vedere come la vita ebraica abbia resistito e proseguito sull’isola, cercando di attenersi agli standard religiosi pi? alti. La comunit? ? anche molto interessante da un punto di vista linguistico, anche se sono sefarditi infatti non parlano il Ladino. La lingua principale di Mallorca ? il Mallorquin, un dialetto simile al catalano e molto diverso dal castigliano. Gli ebrei di Mallorca sono arrivati sull’isola parlando aramaico e hanno imparato il Mallorquin”.
Per l’immenso aiuto nella sua ricerca, Karina ringrazia Alberto Fiol Bonnin, membro del?Memoria del Carrel?che ha tracciato le origini della sua famiglia fino al Cinquecento. Karina non si fermer? qui e cercher? di connettersi ancora pi? fortemente all’ebraismo, instillando questo desiderio anche in sua figlia.
“Celebrer? le feste ebraiche in casa, cos? queste tradizioni non si perderanno mai pi?, diversamente dai miei antenati noi potremo celebrare apertamente e in pace” promette Karina.
La ricerca di Karina ha creato un bellissimo albero genealogico, che possiamo vedere a questo link: Genealogy