Parash? Ki Tez? – Ebraicit? e moralit

Si apre la nostra parash? settimanale con queste parole: ? Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e l?Eterno, il tuo Dio, te li avr? dati nelle mani e tu avrai fatto de? prigionieri, se vedrai tra i prigionieri un donna bella d?aspetto, e le porrai affezione e vorrai prendertela per moglie, la porterai in casa tua; ella si rader? il capo, si taglier? le unghie, si lever? il vestito che portava quando fu presa, dimorer? in casa tua, e pianger? suo padre e sua madre per un mese intero; poi entrerai da lei, e tu sarai suo marito, ed ella tua moglie.? Deuteronomio 21, 10-14.

Questa strana cerimonia e questo strano percorso di ingresso della prigioniera nella casa ebraica dove dovr? vivere ? stato fortemente sottolineato dai nostri maestri come un antidoto alla facile violenza, al possesso immorale delle prigioniere ed in definitiva una forma di controllo dell?istinto del soldato, cio? della persona in senso lato, in ogni situazione ed in ogni contesto. Da pi? di tremila anni la Tor? segna con profonda convinzione la necessit? di una vita che abbia standard morali ed etici sempre elevati in ogni momento ed in ogni contesto, insegnando al popolo ebraico ed al mondo intero che non esistono eccezioni o contesti diversi dove applicare moralit? distinte.

L?esempio della prigioniera di guerra ? forse il momento pi? significativo nel quale la Tor? chiede all?ebreo un comportamento che sia degno della sua ebraicit? e della sua moralit?: la prigioniera di guerra non ? una preda bens? una persona che si trova a vivere il dramma della prigionia. Non ? un oggetto di piacere, ma deve essere trattata secondo i criteri morali che spettano ad ogni essere umano pur nella disgrazia che sta vivendo.

Quando Rav Baruch Epstein il Tor? Temima (1860-1942) commenta i versetti del processo rituale che trasformano la prigioniera in signora da sposare e non da possedere a proprio piacimento ? molto puntuale nell?evidenziare che si tratta di un processo matrimoniale, con tutto i doveri che questo comporta per l?uomo all?interno della tradizione ebraica, che il soldato non pu? prendere due donne, proprio perch? non stiamo parlando di un mercato degli schiavi bens? di un processo profondo e dignitoso e che proprio per questo il soldato non poteva portare a case pi? donne, una per lui e le altre per altri membri della propria famiglia.

Comprendiamo quindi che il primo versetto di questa parash? viene a dire all?ebreo: ? Anche quando andrai in guerra?? Non solo: ?Quando andrai in guerra?? Come a dire che anche quando sarai nella trincea di una guerra non dovrai mai dimenticare che esistono richiami morali ai quali deve rispondere e che non esiste nessuna situazione di emergenza che possa cancellarli o sospenderli. E questo da tremila anni a questa parte.

One thought on “Parash? Ki Tez? – Ebraicit? e moralit

  • August 31, 2017 at 5:56 pm
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    molto interessante, ma ? altrettanto inquietante.
    questa legge vale ancora oggi o ? solo da interpretare ?

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