La parash? di Behar Sinai richiama il concetto della shemitt? e dello yovel che ? gi? presente nell?Esodo cio? nella parash? di Mishpatim ( Esodo 23 10-11). Nel Levitico 25, 1-13, questo precetto ? definito nell?ambito del conteggio del ciclo dei sette anni di produzione e lavoro, il cui settimo anno era appunto di sospensione del lavoro, shemitt?, e del ciclo di sette volte sette anni che si concludevano con il giubileo, lo yovel, momento anche di sospensione ma non solo dal lavoro agricolo o produttivo che fosse.
In sostanza durante il settimo anno all?ebreo ? comandato di non lavorare la terra ed allo stesso tempo di considerare ogni prodotto spontaneo della stessa come hefker, ovvero, come prodotto non legato ad alcun proprietario. Il senso di questo mitzv? comporta un grande sacrificio ed una profonda fede in Dio, perch? proprio attraverso l?abbandono del ciclo produttivo per un intero anno l?ebreo si educa a moderare il senso del possesso, l?affanno dell?accumulo di beni e di capitali.
Il precetto dello yovel, del giubileo, porta con s? un nuovo senso di abbandono che non ? solo riferito ai campi.
Durante il giubileo la terra tornava ai legittimi proprietari, alle trib? originali, cos? come gli schiavi venivano liberati.
Di fatto nell?antico Israele non esisteva il senso del possesso eterno di una terra, cos? come non esisteva la servit? perpetua: esisteva un costante ciclo di ritorno economico e di riequilibrio della societ? ogni cinquanta anni, cos? come ogni sette anni il senso della produzione e del lavoro erano sospesi, interrotti per dare spazio alla fiducia, alla fede ed al senso del limite produttivo.
Insegna Rav Chaiim David HaLevi, gi? rabbino capo di Tel Aviv-Jaffo: ?Ci sono coloro che sostengono che la Tor? di Hashem non pu? rispondere alle domande moderne che sorgono nella societ? attuale e che non c?? nella Tor? di Hashem soluzione ai problemi sociali ed economici, politici e simili. La verit? semplice ? che la maggior parte dei problemi che infastidiscono la societ? moderna possono trovare una soluzione halachica valida per ogni generazione.[?]?
Di fatto le mitzvot della shemitt? e dello yovel sono un suggerimento, un invito ad una riflessione ed un nuovo pensiero sul senso della propriet? e della ricchezza all?interno delle nostre societ? moderne.
Un pensiero che impegnava gi? la riflessione di Rav Shimshon Refael Hirsch, rabbino capo di Francoforte morto nel 1888, che scriveva: ? La restituzione delle terre ai proprietari originali o agli eredi esiste per prevenire i conflitti di classe. Essa difende le famiglie da un impoverimento totale e costante, dall?eccessivo accumulo di beni da parte di pochi. Non si ? mai creata una classe di ricchi proprietari terrieri all?interno di poveri che mancano di terra e dipendono da essi, per questo una volta ogni cinquanta anni torna la terra alla divisione originale.?
Come vediamo, i precetti legati alla terra ed al Giubileo, contenevano richiami spirituali e morali, cos? come un forte aspetto sociale di equilibrio e di antidoto per societ? oligarchiche e con una totale assenza di distribuzione delle ricchezze e di politiche sociali per le classi meno fortunate.
Bellissimo, grazie per questa condivisione, HaShem ti dia Shalom e rivelazione ogni giorno maggiori.
VERAMENTE INTERESSANTE QUESTO MODO DI PENARE CIRCA LA DISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE….GRAZIE X AVERLO CONDIVISO CON NOI – SHABBAT SHALOM