?Durante sei giorni si compir? ogni lavoro; ma il settimo giorno sar? Shabbat, giorno di completo riposo e di santa convocazione? (Levitico 23,3.)
Il Talmud nel trattato di Shabbat 118b afferma che: ? Se Israele osservasse due Shabbatot secondo l?halach?, ci sarebbe immediatamente la Redenzione.?
Proviamo a comprendere meglio questa affermazione. Prima di ogni cosa ci stupisce il fatto che Israele non abbia una cos? profonda coscienza dello Shabbat, tanto da non comprenderne il potere di redenzione che questo potrebbe avere e di fatto ha sul destino del popolo ebraico e sul destino del mondo stesso. Probabilmente l?osservanza dello Shabbat alla quale fa riferimento il Talmud non ? solamente halachica, ma a che fare con elementi pi? profondi della nostra spiritualit?. Rav Eliahu E. Dessler, nel suo testo Michtav MeEliahu, insegna che esiste uno Shabbat esterno ed uno interno.
Quello esterno ? il dono che ogni settimana arriva dall?Alto con lo scorrere del tempo: al tramonto del venerd?, accada quel che accada, scende su di noi lo Shabbat.
Quello interno ? invece il sentimento che la persona prova nei confronti dello Shabbat ancora prima che esso cominci, in altre parole ? la proiezione dello Shabbat nella nostra identit? e nel nostro vivere quotidiano.
Sempre il Talmud Shabbat 119a racconta che il venerd? al tramonto, alla vigilia dello Shabbat, Rabbi Hanina era solito ammantarsi del suo talled dicendo: ? Andiamo incontro alla Regina, allo Shabbat!? Mentre Rabbi Yannai indossava i suoi vestiti migliori e diceva: ?Vieni o Sposa, vieni o Sposa!? Sono questi due atteggiamenti diversi nei confronti dello Shabbat, sebbene entrambi validi. Il primo, quello di Rabbi Hanina considera lo Shabbat un dono, qualcosa che arriva dall?alto, una Regina appunto e quindi le va incontro con il talled, un capo di vestiario che in quanto simbolo religioso collega questo mondo con quello futuro.
Rabbi Yannai invece indossa i propri vestiti migliori e chiama lo Shabbat: ?Sposa?, sottolineando un rapporto terreno con lo Shabbat, un incontro d?amore tra Sposi dove la santit? dell?incontro ? data dall?impegno umano.
Lo Shabbat, in fondo, ? l?incontro tra un messaggio di Santit? che scende dall?Alto ed un impegno di Santit? che parte dal basso.
onorevolissimo Rav, concordo pienamente la sua tesi sullo Shabbat, benche’ numerosi dubbi mi assalgono e tra i tanti, uno in particolare: come puo’, un gherim o un qualsiasi timido converso, celebrare degnamente lo Shabbath se questo non e’ , quantomeno in base alle mie ricerche, riscontrabile neppure nell’ordine sistematico delle preghiere?
Con osservanza
Dr Pietro A.Maria Gentile