di Rav Yehoshua Ellis
La morte dei figli di Aronne, evento che d? il nome alla nostra Parash? di questa settimana, ? avvenuta nella Parash? Shemin?, due Parashot fa, allora perch? la Parash? di questa settimana porta il titolo “dopo la morte dei figli di Aharon”? Il testo che unisce la Parash? Shemin? alla nostra Parash? non ha nessuna narrazione, si pu? quindi dedurre che le indicazioni date da Dio a Mos? queste settimana, siano state date subito dopo la morte dei figli di Aronne. Nel Talmud Babilonese, Masechet Pesachim, leggiamo del dibattito tra i Rabbini e Rav Shimon Ben Gamliel, su quanto prima di Pesach si debba cominciare a studiare le regole della festa. Rav Shimon sosteneva che si dovesse cominciare due settimane prima della festa, il resto dei rabbini – un mese prima. Indipendentemente da chi avesse ragione, vediamo che lo studio delle regole e procedure legate alla festa, si iniziano non prima di un mese prima.
Nadav e Avihu (figli di Aronne) morirono durante la santificazione del Mishkan, il primo giorno del mese di Nissan. Yom Kippur, descritto nella Parash? di questa settimana, cade il 9 del mese di Tishrei. Tra queste due date vi ? un mezzo anno di differenza. Significa quindi che l’indicazione data in questa Parash? ? stata espressa come minimo 5 mesi dopo la morte dei figli di Aronne, allora perch? viene ricordata proprio ora?
Cosa ? successo il giorno della morte dei figli di Aronne? Era l’ultimo giorno della santificazione del Mishkan, nostro centro per la preghiera, che anticipava la costruzione del Beit HaMikdash. In questo giorno Aronne per la prima volta ha offerto un sacrifico a Dio e ha pronunciato per la prima volta la benedizione sacerdotale di amore per il Popolo di Israele; fu uno dei rari giorni in cui Dio ha acceso il fuoco sull’altare, il primo in cui Dio ha parlato ad Aronne e la prima volta in cui la Presenza Divina ritornava all’Accampamento di Israele, dopo il peccato del vitello d’oro. L’innaugurazione?del Mishkan fu un grande avvenimento sia su scala nazionale che globale, fino a oggi ne arriva l’eco. Tutto veniva diretto da Aronne, ma lui ne ricordava qualcosa? Quel giorno sono morti due dei suoi figli. Anche se non si ? disperato e non ha protestato, vediamo quale grande trauma sia stato per lui, sulla base della nostra Parash? di questa settimana. Nonostante gli elevati avvenimenti di quel giorno ai quali prese parte, per lui ? sempre rimasto il giorno in cui ha perso i suoi figli. Tutta la sua vita da allora divenne “la vita dopo la morte dei figli”.
Nel Libro di Giobbe, dopo che Giobbe aveva perso tutto, assieme ai suoi figli, tre dei suoi amici vengono a consolarlo e la prima cosa che gli offrono ? il loro silenzio. Anche nella nostra Parash? vediamo che Dio comprende il trauma di Aronne e dopo avere parlato per la prima volta con lui, Dio resta in silenzio, non pretende niente da Aronne, lasciandolo rinchiudersi in s? stesso per curare il suo spirito ferito.
La Mishn? quando elenca i doveri, le responsabilit? e i privilegi del Cohen HaGadol, spiega che anche se il sacerdote ha diritto ha fare sacrifici quando vuole, ? obbligato al servizio al Tempio una sola volta l’anno – a Yom Kippur. Cos? dopo la santificazione del Mishkan, la volta successiva che Aron sarebbe stato obbligato a entrare dentro al Mishkan era proprio di Yom Kippur.
La benedizione che diciamo sulla sinagoga, che ? stata distrutta e poi ricostruita dice : “Benedetto sei nostro Dio, Re dell’universo, Che indichi la fine del lutto”. Un lutto non vissuto pu? diventare rabbia e successivamente depressione e diventa un lutto senza fine, che porta alla paralisi. Quando Dio si rivolge ad Aronne all’inizio della Parash? di questa settimana, gli dice che deve agire per il Popolo. Arriva quindi Yom Kippur, giorno in cui tutto Am Israel pu? fare penitenza, ma la penitenza non pu? avvenire senza la presenza del Kohen HaGadol.
Il primo passo nel processo di pentimento ? l’espiazione del Grande Kohen per s? e per i suoi familiari, anche quelli che non sono pi? in vita.
Se Dio avesse detto ad Aronne, di espiare anche per i suoi figli subito dopo la loro morte, questo sarebbe stato crudele. Se Dio in generale non avesse detto niente, Aronne non avrebbe mai cominciato il periodo di risanamento. Anche se era passato qualche mese dalla morte dei figli, quando Dio si ? rivolto nuovamente ad Aronne, ha capito che per Aronne c’era ancora il lutto. Da qui impariamo che quando ci rivolgiamo a qualcuno dobbiamo sapere chi ? quella persona e cosa sta passando. Se non riusciamo a capire quali ferite spirituali ha provato quella persona significa che siamo insensibili. Se non crederemo in quella persona, allora non potremo aiutarla. La vera empatia si compone sia dell’amore che della fede nella forza di quella persona.
In un contesto nazionale ci troviamo adesso nello stesso punto di Aharon HaKohen all’inizio della nostra Parash?. Se i primi due millenni dopo l’Esilio non sono stati ancora troppo dolorosi, sicuramente l’assassinio di Sei Milioni di Kedoshim ci ha traumatizzati in modo indicibile. Sicuramente gli ultimi sessanta anni sono “una vita dopo la morte”. Il nostro Popolo quindi, si ? ritirato dall’illuminare questo mondo con la luce di Dio, per investire le sue energie nel curare le ferite e costruire un nostro stato. E’ arrivato per? il momento di risvegliarsi da questo sonno e di iniziare di nuovo a guidare il mondo con la luce di Dio. Cos? come il Kohen HaGadol, dobbiamo iniziare un processo di rinascita mondiale, attraverso l’espiazione dei nostri comportamenti individuali.
Con amore, Shabbat Shalom
Yehoshua